Cerca

Lea Steger – Die Literatur der italienischen Resistenza. Die literarische Verarbeitung des bewaffneten Widerstands in Italien – 2007

Lea Steger
Frankfurt am Main, Peter Lang, 176 pp., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2007

Il libro è il 57° volume della collana di «Studi e documentazione sulla storia della letteratura romanza» pubblicato dalla casa editrice Peter Lang e non tradisce il carattere di tale collana occupandosi essenzialmente di letteratura italiana inerente alla Resistenza nel nostro paese; «letteratura» in senso ampio del termine, cioè non solo, anche se in prevalenza, relativa alla narrativa, ma anche alla memorialistica e alla storiografia. Dalle poche note a nostra disposizione appare che l’a. ha completato i suoi studi in Romanistica all’Università di Salisburgo ed è ora traduttrice, e quindi deduco dall’impianto del libro che si tratti originariamente del testo di una tesi di dottorato completata attorno al 2002 e poi messa a punto per la sua pubblicazione, con un aggiornamento rapido ma non approfondito degli ultimi dibattiti e soprattutto dell’ultima letteratura apparsi attorno alle celebrazioni per il sessantennale della Liberazione. Ad esempio, nel libro si tratta in maniera estesa di Giaime Pintor, ma si accenna solo rapidamente e in maniera incompleta al dibattito anche aspro intercorso tra il 2002 e il 2007 tra le due principali studiose di Pintor: Mirella Serri e Maria Cecilia Calabri. Anche il dibattito scatenato dai libri di Pansa appare nel libro una parte posticcia. Un altro esempio: l’a. si attiene agli studi sulla letteratura partigiana di Giovanni Falaschi apparsi tra il 1976 e il 1984 e solo alla fine cita, essenzialmente come fonte (quindi come raccolta di brani) e non come importante studio, il libro di Gabriele Pedullà apparso nel 2005. Come è totalmente assente la bella sintesi di Santo Peli sulla Resistenza in Italia pubblicata anch’essa nel 2005, mentre Steger fa riferimento alle ristampe di Battaglia e naturalmente segnala la svolta degli studi e delle riflessioni sulla Resistenza dovuta all’uscita del libro di Claudio Pavone nel 1991, ma poi utilizza essenzialmente le voci del Dizionario di storia della Resistenza curato da Enzo Collotti, Renato Sandri e Frediano Sessi nel 2001-02. Ci pare necessario segnalare questi limiti non tanto per demolire il lavoro di una studiosa che pensiamo alla prima opera quanto per sollecitare coloro che curano collane come questa ad essere più rigorosi, eventualmente utilizzando esperti esterni come referees.Scritto questo, ci pare altrettanto importante segnalare questo lavoro a insegnanti di lingua, letteratura e cultura italiana che operano nel mondo universitario di lingua tedesca perché esso è ricco di informazioni, di suggerimenti alla lettura, di brevi ricostruzioni biografiche di autori protagonisti della stagione resistenziale, ed anche di ricostruzioni di fasi storiche e di ambienti letterari. Ed è anche interessante per lo studioso italiano in grado di leggere il tedesco, perché riporta una letteratura meno conosciuta e soprattutto ci illustra come e quanto di questa letteratura narrativa e storiografica sia penetrata, conosciuta e tradotta nel mondo di lingua tedesca.

Patrizia Dogliani