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Lidia Piccioni (a cura di) – Padre Libero Raganella. Senza sapere da che parte stanno. Ricordi dell’infanzia e “Diario” di Roma in guerra (1943-44) – 1999

Lidia Piccioni (a cura di)
Bulzoni, Roma

Anno di pubblicazione: 1999

Nella abbondante produzione bibliografica che ha riguardato in questo ultimo periodo la storia dell’occupazione nazista di Roma, il “diario” curato da Lidia Piccioni si segnala per l’originalità dell’estensore, sacerdote nato e vissuto nel quartiere popolare di San Lorenzo, ritornato a svolgere il suo apostolato proprio in quegli anni. Studiosa di San Lorenzo e di storia urbana, Lidia Piccioni colloca l’esperienza e il racconto di Padre Libero nella storia del quartiere e nel suo rapporto con Roma, offrendo nell’Introduzione anche una riflessione sintetica del dibattito storiografico sui nove mesi di occupazione. Il “diario” si compone, in realtà di due parti, entrambe scritte a distanza di oltre un ventennio dagli avvenimenti, caratterizzandosi così come un documento memorialistico. L’esigenza dell’autore di riflettere sul suo passato e sulla esperienza sacerdotale ha fatto sì che al dettagliato racconto degli anni di guerra venissero premessi alcuni Ricordi di infanzia, che costituiscono un prezioso strumento interpretativo del “diario” vero e proprio. L’essere sanlorenzino significava una forte identità culturale e un altrettanto consolidato processo di identificazione con una storia comune e fortemente radicata nel quartiere, tanto che – come rileva Lidia Piccioni – “la sua memoria, doppiamente sintesi collettiva [come sanlorenzino e come sacerdote, ndr.], ci racconta di un momento eccezionale sì, ma inquadrato nella continuità” (p. 39). Il libro vive intorno a questa doppia condizione e i numerosi episodi di solidarietà e di impegno di una resistenza quotidiana alla violenza e alle sopraffazioni sono spesso la conseguenza di relazioni, ma anche effetto di quella cultura socialista condivisa fin da ragazzo. La testimonianza in prima persona di Padre Libero rafforza alcuni capisaldi interpretativi, quali la diffusa sensazione della popolazione dell’abbandono della città da parte del re e del governo; il ruolo importante svolto dalle parrocchie come luogo di rifugio per perseguitati, prigionieri inglesi, antifascisti ed ebrei; l’appoggio offerto da alcuni sacerdoti alla Resistenza.

Alfredo Martini