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Linda Risso – Divided We Stand: The French and Italian Political Parties and the Rearmament of West Germany, 1949-1955 – 2007

Linda Risso
Newcastle, Cambridge Scholars Publishing, 298 pp., £ 39,99

Anno di pubblicazione: 2007

Riprendendo un tema non nuovo, il lavoro di dottorato che Linda Risso, ora lecturer in Modern European History all’Università di Reading, ha condotto fra l’Inghilterra, Bruxelles, Parigi, Fiesole e Roma, propone ha nella sua chiara struttura l’obiettivo di vagliare le conoscenze consolidate e di offrire un proprio apporto innovativo. La prima sezione contiene la narrazione, fermamente inscritta nel contesto della guerra fredda, di come il progetto di esercito europeo si affermò, contro l’iniziale opposizione della maggioranza delle nazioni atlantiche, come soluzione in grado di coniugare il riarmo della Germania con un avanzamento significativo dell’integrazione politica dell’Europa occidentale; del negoziato attraverso il quale sei paesi giunsero a sottoscrivere il Trattato di Parigi per la Comunità Europea di Difesa, e di come l’Assemblea ad hoc mise a punto un progetto costituzionale di Comunità Politica Europa di forte e rivoluzionaria caratterizzazione federale. Si tratta di una ricostruzione di impianto multilaterale, basata principalmente sulla letteratura esistente, attenta a comprendere le scelte «europee» in una cornice ampia e a rinvenirne gli antecedenti e, più interessante forse, i lasciti per il futuro.Nella seconda sezione Risso sviluppa la parte più innovativa della ricerca, l’analisi comparata delle posizioni dei partiti politici italiani e francesi che occupavano la scena politica dei rispettivi paesi durante i lunghi e travagliati processi di ratifica dei quali i due trattati rimasero per due anni ostaggio, per poi caderne vittime. Nonostante la superficiale somiglianza fra le due «Repubbliche dei partiti», l’analisi descrive due realtà nazionali lontane e scarsamente comparabili, anche nel caso di partiti appartenenti alla stessa «famiglia» come quelli democristiani o socialisti, e ricostruisce dibattiti di impianto strettamente nazionale. Un capitolo dedicato ai militari dei due paesi restituisce a questi importanti protagonisti della querelle il loro ruolo: apprezzabile la ricerca della posizione dei militari italiani, raramente oggetto di ricerca, soprattutto al di fuori del nostro paese; più complesso e in parte conosciuto il caso francese, che il capitolo traccia nelle linee essenziali. La terza parte è dedicata all’inutile ricerca di un compromesso in extremis, alla bocciatura francese, alla ricerca di una soluzione di ricambio e all’approvazione dei trattati di Londra.Il volume si segnala per la chiarezza espositiva, per la capacità di sintetizzare con efficacia e acutezza gli snodi essenziali di una fase decisiva del processo di integrazione, che lasciò importanti eredità, per l’intento di porre al centro dell’attenzione attori non governativi il cui apporto raramente viene studiato sistematicamente, e infine per un approccio comparato che è certamente una delle piste che la storiografia dell’integrazione europea, e non solo, dovrebbe seguire con maggiore attenzione.

Elena Calandri