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L’Italia in movimento. Storia sociale degli anni Cinquanta

Luca Gorgolini
Milano-Torino, Bruno Mondadori-Pearson, 146 pp., € 14,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il Laboratorio di Storia sociale Memoria del Quotidiano (MdQ) di Rimini (Università di Bologna) ha prodotto negli ultimi anni una serie di iniziative culturali ed editoriali di particolare interesse. Con la supervisione scientifica di Paolo Sorcinelli e le competenze di Giulia Nataloni è stato creato l’Archivio delle voci, un centro di ricerca di storia orale che partendo da uno studio sulla provincia marchigiana ha poi esteso il campo di indagine all’ambito emiliano. Intorno al Laboratorio si sono sviluppati tesi di laurea e progetti di ricerca che hanno arricchito il patrimonio di interviste conservato e fruibile. Un resoconto della storia di questo dinamico centro di produzione culturale si trova nella bella rassegna curata dallo stesso Gorgolini con Patrizia Di Luca, sul n. 35 del giugno 2014 di «Storia e Futuro. Rivista di storia e storiografia online», dedicata agli archivi italiani della memoria.
L’esperienza di MdQ è alla base di questa agile e scorrevole sintesi, che si incarica di introdurre il lettore ad alcuni temi di storia sociale dell’Italia degli anni ’50: la miseria, la mobilità territoriale (migrazioni, spostamenti privati), il sistema di comunicazione pubblica (giornali, tv, cinema), i rigidi valori morali innalzati intorno alla figura femminile (presentando le vicende di Angela Merlin, Wilma Montesi, Giulia Occhini), il dibattito sulla questione giovanile. Sono quindi determinati aspetti della vita quotidiana ad attirare l’attenzione dell’a., che ci riporta a un paese in cui, lasciati alle spalle gli orrori e le sofferenze della guerra, è enorme «la voglia di distrazione, il desiderio di evasione dai problemi quotidiani» (p. 59): si balla in ogni locale disponibile, si sogna di emigrare in altri paesi, si va nelle sale cinematografiche (molte parrocchiali) che proiettano film, per la maggior parte statunitensi, ci si affolla nelle case dei fortunati che posseggono un televisore per vedere Lascia o Raddoppia?
«Evasione» è la parola chiave del libro. In primo luogo, fuga dalla miseria attraverso le migrazioni. Nel trattare la ripresa e l’affermarsi dei flussi di mobilità verso l’estero, l’a. presta una particolare cura nel riportare l’episodio di Marcinelle, fondamentale punto di passaggio nella coscienza pubblica dell’esperienza migratoria italiana. Si passa poi alle migrazioni interne, evento chiave del decennio, che fece diventare l’Italia «la nazione più fluida d’Europa», secondo una definizione di Guido Piovene del 1957 (p. 21), se pur nel corso di un’«epoca di bassa marea morale» (come affermava Italo Calvino, p. 39). La narrazione ruota con insistenza intorno alla «forza periodizzante» sprigionata dagli anni ’50. Riprendendo un concetto espresso da Giorgio Bocca, il decennio diventa soprattutto il periodo delle «prime volte» sperimentate dagli italiani: «per la prima volta al mare, per la prima volta a pranzo in un ristorante, per la prima volta con un conto in banca», «la prima volta all’Autogrill» (pp. 57 e 69).

Stefano Gallo