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L’oltretevere da oltreoceano. L’esilio americano di Giorgio La Piana

Francesco Torchiani
Roma, Donzelli, 295 pp., € 32,00

Anno di pubblicazione: 2015

Questo lavoro, comparso come secondo volume della serie Italiani dall’esilio diretta da Renato Camurri, si vale di un’estesa indagine archivistica portata a termine tra l’Italia e gli Stati Uniti. Oggetto della ricerca è la figura di Giorgio La Piana, sacerdote cattolico e storico del cristianesimo.
La Piana finora non aveva ricevuto da parte degli studiosi l’attenzione necessaria a ricostruire il suo itinerario intellettuale, a partire dal sodalizio con Ernesto Buonaiuti, ma soprattutto il ruolo che rivestì nel collocamento all’interno delle istituzioni accademiche americane di molti intellettuali italiani fuggiti dal proprio paese per motivi politici o legati alle persecuzioni razziali.
Di recente, anche in seguito all’attenzione posta sull’argomento da Camurri con i suoi studi, sono apparsi diversi contributi sull’esilio americano di intellettuali italiani presenti negli Usa (tra questi, ricordiamo Max Ascoli, Franco Modigliani e Mario Einau- di) per il periodo che va dagli anni ’30 agli anni ’40 del ’900. Ciò che manca ancora è la cornice entro cui inserire le varie vicende individuali.
La Piana si era trasferito negli Stati Uniti nel 1913, ben prima degli altri italiani di cui pure si occupa il libro di Torchiani, per il clima di intolleranza che si era venuto a creare in Italia nei confronti del clero in odore di modernismo. Una volta giunto negli Usa, La Piana abbandonò il sacerdozio ma non la religione cattolica e, dopo una breve permanenza a Milwaukee, fu introdotto alla Divinity School e al dipartimento di storia dell’Università di Harvard in cui percorse tutti i gradi dell’insegnamento fino a diventarne full professor e infine emeritus. Ben presto si mise in luce grazie alla sua preparazione cul- turale che gli consentì – padroneggiando pienamente, dopo pochi anni, la lingua inglese
– di essere accolto a pieno titolo nella comunità degli studiosi più rispettati e ascoltati.
È a partire dal 1931 (anno in cui Mussolini emanò il decreto che imponeva il giu- ramento di fedeltà al fascismo a tutti i professori universitari) e poi dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, che la la vicenda individuale di La Piana s’intrecciò sempre più strettamente con i destini degli intellettuali che avevano scelto la via dell’esilio verso gli Stati Uniti. Se piuttosto nota è la vicinanza di La Piana a Salvemini, assai meno lo è l’opera di patronage esercitata dall’ex sacerdote siciliano a favore di giovani come i suddetti Ascoli e Mario Einaudi, ma anche di ben più maturi colleghi come Giuseppe Antonio Borgese e dello stesso Salvemini, che risulta assai ben documentata nella seconda parte del libro.
Le notazioni più interessanti, a parere di chi scrive, sono le pagine riservate al proget- to di un libro rimasto inedito, The Trial of Italy, da scriversi con la collaborazione dei più noti emigrati politici italiani negli Usa e le considerazioni, in parte innovative, sull’azione e sui limiti della Mazzini Society.

Andrea Becherucci