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Loredana Pellé – Mezzogiorno e Piano Marshall. La Ricostruzione dal 1947 al 1952 – 2009

Loredana Pellé
Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 210 pp., euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2009

L’attuazione del Piano Marshall è stata oggetto di un’attenzione per molti versi unica presso la pubblicistica italiana che ha prodotto sull’argomento un consistente numero di studi. Questo secondo libro di Loredana Pellé esce in un momento in cui gli strumenti per affrontare con rinnovato vigore i nodi dello sviluppo legati alla reintegrazione del paese nel sistema internazionale sono tutti accessibili e, in parte, già impiegati. Sarebbe dunque lecito attendersi una sintesi capace non solo di collazionare i principali risultati storiografici con la grande quantità di documenti disponibili, ma anche di aggiungere qualche elemento alla conoscenza delle radici storiche della sottoutilizzazione del potenziale economico del Mezzogiorno d’Italia. Invece, l’a. si muove su un piano interpretativo ancorato a una storiografia in parte superata che non ritiene opportuno misurare con i risultati raggiunti dagli studi più recenti e, sebbene sostenga opportunamente che negli ultimi anni «la disposizione culturale verso il Piano è venuta radicalmente modificandosi» (p. 7), pare poi non tenerne sufficientemente conto. Il risultato è un volume che si limita a descrivere la concatenazione di eventi noti passando sotto silenzio le principali fonti di attrito tra l’Eca e il governo italiano. Svolto in questo modo, il tema rischia di scivolare verso un’astrazione inserita come caso singolare in un mare tempestoso. Pellé precisa che gli studi sul Mezzogiorno e il Piano Marshall appaiono insoddisfacenti, riferendosi probabilmente alla sostanziale assenza di serie statistiche che aiutino a ricostruire la distribuzione geografica degli aiuti e, dunque, la loro incidenza sull’economia meridionale. Se a fronte dei soli volumi editi dalla Svimez tale affermazione appare discutibile, si attenderebbe una riparazione della «lacuna» che l’a. rimanda a un terzo volume nel quale saranno pubblicati i dati disaggregati per settori e province. Nella costruzione della sua sintesi l’a. dichiara di rivolgersi ai verbali del Comitato interministeriale per la ricostruzione (che ritiene una fonte sottoutilizzata, laddove molti lavori vi attingono da oltre un decennio) cui, nei fatti, ricorre molto raramente. Le fonti più utilizzate sono tutte edite: atti parlamentari, alcune relazioni delle Camere di commercio del Mezzogiorno continentale, lo spoglio della «Gazzetta del Mezzogiorno», incorniciate da un uso intenso di analisi e dati pubblicati trentacinque anni fa da Camillo Daneo.Si sarebbe dunque tentati di rubricare il libro alla voce «compendi»: ove il compendio riguarda pure le inesattezze ereditate da altri lavori, fra cui spicca l’appena sfiorato riferimento al rapporto fra Banca d’Italia e Banca Mondiale di cui si tace il ruolo fondamentale nel finanziamento della Cassa per il Mezzogiorno. Al ruolo di Menichella quale architetto e realizzatore di una vera politica meridionalista sono dedicati due passaggi che non rendono giustizia a uno dei protagonisti dell’attuazione del programma americano.La parte più interessante del volume è sintetizzata nel sesto e ultimo capitolo che contiene un riepilogo delle condizioni economiche delle province meridionali.

Mauro Campus