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Lorenzo Bertucelli – Sindacato società e istituzioni nel Novecento – 2002

Lorenzo Bertucelli
Modena, Il Fiorino, pp. 235, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume riunisce saggi pubblicati in riviste e volumi collettanei, dedicati a problemi e culture del sindacato, rielaborati per individuare alcune categorie fondamentali specialmente in relazione al secondo dopoguerra. Ne deriva un insieme non del tutto omogeneo in cui si alternano messe a punto concettuali e ricostruzioni di avvenimenti particolarmente rappresentativi. Il tema centrale consiste nell’identità del sindacato a partire dalle categorie della cittadinanza del mondo del lavoro, del conflitto sociale, dell’intreccio tra logica della rivendicazione e affermazione politica dei soggetti rappresentati. Nel saggio sull’emigrazione negli anni 1945-1960 il fenomeno è visto come terreno di confronto tra istituzioni e sindacato in una fase di grandi contraddizioni, specialmente riguardando il ruolo della CGIL di fronte, da una parte al processo di articolazione e divisione interna ed alle scissioni, dall’altra al tentativo di marginalizzazione a suo danno operato dai governi. Idealmente si collega a questo saggio il quarto, dedicato alle scissioni e divisioni sindacali, discusse nei presupposti politici che inquadrarono il fenomeno nel 1948, ma poste anche e soprattutto in relazione all’articolato quadro delle culture del lavoro e dei valori aziendali della produzione. Lo studio dedicato ai morti del 9 gennaio 1950 a Modena, nei tragici fatti che riguardarono le Fonderie riunite, evidenzia il lungo percorso di contrapposizione, storicamente ricostruito negli antefatti prebellici, con cui doveva misurarsi il confronto sindacale, segnato dal clima di contrapposizione sorto intorno alla scissione del 1948. Il tema è presente pure nell’approfondimento dedicato al sindacalismo nel Modenese, in cui interagiscono istituzioni, forze politiche sindacati nel periodo 1945-1956, in una fase di grande influenza dell’organizzazione comunista, tra la penetrazione legata alla lotta di liberazione e la crisi ungherese. Modena appare un caso esemplare di identità fortemente legata alla politica, caratterizzante il cosiddetto “modello emiliano” che l’autore considera pure nei connotati teorici del problema comunitativo moderno in relazione specialmente alla cultura operaia in un territorio soggetto a trasformazioni economiche e sociali. Nel saggio sulla ripresa delle prospettive unitarie negli anni Settanta, la dialettica delle confederazioni e delle principali federazioni è ricostruita nei passaggi fondamentali, in relazione alla discussione organizzativa e concettuale ed alle scadenze contrattuali, facendo leva sui presupposti e sui limiti della concertazione nel quadro del confronto delle organizzazioni con le categorie. Più teorico è lo studio sul paternalismo industriale, categoria che ebbe particolare rilievo negli anni Cinquanta, con la connotazione di paternalismo aziendale, ma di cui l’autore rintraccia gli antefatti culturali dal XIX secolo. Il volume è metodologicamente variegato, sebbene non privo di suggestioni che potrebbero suggerire una trattazione più organica del materiale in cui il livello territoriale e quello nazionale si coordinassero, favorendo anche la coesione degli elementi di ordine applicativo e teorico che l’opera contiene.

Fabio Bertini