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Lorenzo Riberi – Arthur Rosenberg. Democrazia e socialismo tra storia e politica – 2001

Lorenzo Riberi
Milano, Franco Angeli, pp. 503, euro 29,95

Anno di pubblicazione: 2001

Per cogliere l’importanza di questo lavoro si deve considerare che ad Arthur Rosenberg, oggetto negli anni di un’attenzione intermittente da parte della storiografia tedesca ed internazionale, erano stati dedicati fino ad oggi diversi studi relativi a singoli aspetti della sua attività o sintetici saggi complessivi, ma solo un volume, quasi quarant’anni fa, che ricostruisse distesamente l’intero arco della sua esperienza intellettuale e politica. Il denso libro di Riberi, che spazia dai primi lavori scientifici di Rosenberg come antichista, inizialmente orientato verso il nazionalismo, alla sua più tarda produzione di contemporaneista, destinata a rimanere tra le prove maggiori della storiografia marxista, passando per gli anni dell’impegno militante nell’ala ?ultrasinistra? del comunismo tedesco ed il successivo isolamento in una condizione di ?socialista senza partito?, ha quindi il pregio dell’originalità, al quale si aggiunge quello della completezza, poiché il lavoro si basa su una ricognizione dell’intero corpus delle opere di Rosenberg (saggi storici, monografie, articoli di giornale, interventi politici, discorsi parlamentari), sull’analisi sistematica di tutte le tappe del suo sinuoso cammino e sulla discussione minuziosa della sua produzione scientifica più rilevante. Non si tratta di una biografia in senso proprio, troppo scarsa essendo la documentazione esistente, al punto che perfino le circostanze delle due svolte cruciali della vita di Rosenberg (l’adesione al socialismo nel 1918 e la rottura con la KPD nel 1927) sono destinate a rimanere nell’ombra, bensì di una biografia intellettuale, volta a ricostruire l’andamento del suo pensiero e i motivi ideali e culturali alla base del suo agire pratico.
Riberi insiste molto sulla presenza, in un itinerario pur tanto mosso, di un fattore di continuità, costituito dalla critica della democrazia occidentale moderna, in nome di una visione della democrazia come ?autogoverno del popolo?, ispirata da una visione idealizzata della comunità ateniese del V secolo a.C. Duplice continuità, quindi: tra il Rosenberg storico della democrazia e delle lotte di classe nell’antichità e lo storico della rivoluzione tedesca e del bolscevismo; e tra il Rosenberg che nel comunismo di ?ultrasinistra? vede un argine alla dispersione del patrimonio della rivoluzione consiliare e quello che in Democrazia e socialismo pone l’esigenza di una ridefinizione in senso non meramente formale del concetto di democrazia, nella prospettiva della ?costituzione del proletariato in nazione?. Riberi è convincente nell’indicazione dei nodi fondamentali della ?vicenda Rosenberg? e rivela grande competenza nel trattarli. Peccato, allora, che la sua esposizione soffra d’introversione: l’autore a volte pare troppo preso a seguire il filo delle sue note di lettura per trasmettere un’immagine fresca e nitida del suo personaggio, ed eccede nella comparazione tra la riflessione di Rosenberg ed altre voci interne al suo stesso universo ideologico, con un effetto di appesantimento della trattazione.

Leonardo Rapone