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Lorenzo Tibaldo – Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, – 2008

Lorenzo Tibaldo
prefazione di Giuliano Montaldo, Torino, Claudiana, 274 pp., euro 19,50

Anno di pubblicazione: 2008

Nell’ultimo decennio la letteratura internazionale, soprattutto statunitense, sul caso Sacco e Vanzetti si è arricchita di numerosi contributi sugli aspetti tecnico-giuridici, sull’ambiente, statunitense e transatlantico, nel quale la vicenda maturò, sul suo impatto internazionale, nella sinistra e nell’opinione pubblica mondiale. Tali ricerche rientrano in un rinnovato interesse per gli anarchici, frutto del boom delle indagini sui processi migratori, dell’affermarsi di una prospettiva transnazionale e della riflessione critica sul giro di vite nelle libertà civili seguito all’11 settembre. Il libro qui esaminato prescinde quasi completamente da questa bibliografia. Non è aggiornato sui temi migratori, a parte l’immancabile giornalistico Orda di Stella. Con le sue epigrafi tratte dal vecchio manuale di storia del movimento operaio di Boyer e Morais pare sintonizzato su onde molto lontane da quelle della global labor history o dei post colonial studies. E, quando deve trattare di storia degli Stati Uniti, non va oltre la gloriosa Storia di William Appleman Williams degli anni ’60 o il classico di storia sociale di Carroll e Noble dei tardi anni ’70.Eppure, con la messa a disposizione di una serie di materiali inediti tratti dal Fondo «Bartolomeo Vanzetti» conservato presso l’Archivio dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Cuneo, l’a. fornisce un utile servizio, del quale è auspicabile si giovino studiosi più attrezzati metodologicamente. Preceduto da un’appassionata prefazione del regista Giuliano Montaldo, il libro è strutturato in sedici capitoletti, percorsi da un sincero impegno politico e civile. Essi seguono l’intera parabola della vicenda muovendo a ritroso dal «plumbeo mattino d’autunno» di quel 14 ottobre 1927 che fu testimone della «mesta cerimonia» del ritorno delle ceneri di Vanzetti a Villafalletto (p. 11), piccolo paese rurale della provincia di Cuneo. Per poi ripercorrere la partenza dei due anarchici dai rispettivi piccoli centri, nel Cuneese, e nel Tavoliere pugliese, passando attraverso il loro complesso e travagliato, specie per Vanzetti, rapporto con la società d’oltre Atlantico, e quindi, nell’arroventata atmosfera che accompagna e segue la Grande guerra, l’arresto, il processo e la memoria del caso.La parte migliore è decisamente quella iniziale e in particolare la ricostruzione dell’ambiente di origine dei due e soprattutto di Vanzetti, figlio del proprietario di una rinomata caffetteria di Villafalletto, centro che all’epoca contava circa 3.800 abitanti. Dopo l’apprendistato in una pasticceria di Cuneo e vari lavori saltuari, nel 1908 Bartolomeo decide di seguire le orme del padre, che era a sua volta emigrato negli Stati Uniti nei primi anni ’80. Là matura definitivamente una vocazione politica virando in chiave anarchica gli impulsi socialisteggianti e libertari già elaborati prima della partenza presso frange radicali della Torino d’inizio secolo.

Ferdinando Fasce