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Luca Baldissara, Paolo Pezzino (a cura di) – Crimini e memorie di guerra. Violenze contro le popolazioni civili e politiche del ricordo – 2004

Luca Baldissara, Paolo Pezzino (a cura di)
Napoli, L’Ancora del Mediterraneo, pp. 375, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume si inserisce nella recente e feconda stagione di studi e ricerche che ha posto con decisione al centro dell’indagine e della riflessione il tema della violenza esercitata nei confronti dei civili durante la seconda guerra mondiale, e i complessi meccanismi della sua faticosa elaborazione e trasmissione nel discorso pubblico e nella memoria collettiva.
Il pregio maggiore della pubblicazione, che raccoglie tredici originali contributi tutti di alto livello e spessore, è quello di ampliare la prospettiva geografica e interpretativa proponendo un inedito itinerario lungo i territori dell’Europa occupata dai nazisti. Articolato in tre sezioni dedicate rispettivamente alle interpretazioni storiografiche, alle memorie e rappresentazioni dei crimini e alle repressioni italiane nei territori occupati, il volume è introdotto da un robusto saggio di Paolo Pezzino che, con rigore documentario e chiarezza espositiva, ripercorre i tratti salienti, le motivazioni politiche e strategiche della ?guerra ai civili? attuata dalle truppe tedesche sul suolo italiano dopo l’8 settembre 1943, definendola ?una scelta programmata? ?e non di volta in volta imposta dalle circostanze? (p. 53).
Nella prima sezione Lutz Klinkhammer, Pieter Lagrou e Christian Ingrao offrono apprezzabili elementi per inquadrare il fenomeno della violenza nazista, il suo articolarsi e organizzarsi secondo criteri lucidi e razionali, illustrando le caratteristiche peculiari della politica d’occupazione tedesca e la sua concreta applicazione nei territori assoggettati.
La seconda parte (con interventi di Joanna Bourke, Jay Winter, Oliver Wieviorka, Adolfo Mignemi, Gabriella Gribaudi), invece, affronta il nodo più difficile e sfuggente del ricordo dei crimini di guerra, non solo nazisti, elaborato nel dopoguerra, rilevando una memoria sottoposta a numerose e contraddittorie sollecitazioni tali da determinare un intreccio di rappresentazioni pubbliche e private dai tratti spesso non omogenei.
Di grande interesse, infine, l’ultima sezione che affronta il tema, finora sfuocato e scarsamente conosciuto dall’opinione pubblica nazionale, della violenza inflitta ai civili dalle truppe d’occupazione italiane dislocate in Slovenia, Dalmazia, Grecia (oggetto dei saggi di H. James Burgwyn e Lidia Santarelli), precisando forme e metodi di una pratica non occasionale ma sperimentata durante le precedenti campagne d’Africa e, più in generale, connaturata con il modello coloniale italiano, come suggeriscono le pagine di Nicola Labanca. Chiude il volume un interessante intervento di Dianella Gagliani incentrato sulla pluralità di soggetti che interagirono nella cultura combattente e repressiva della Repubblica Sociale Italiana.
In conclusione Crimini e memorie di guerra costituisce un altro prezioso contributo che imprime una decisa accelerazione nella ricomposizione del quadro complessivo dell’occupazione nazista in Italia e in Europa e dell’esercizio della violenza che ne fu uno dei caratteri dominanti.

Marco Borghi