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Luca Saltini – Il Canton Ticino negli anni del governo di paese (1922-1935) – 2004

Luca Saltini
Milano, Guerini e Associati, pp. 556, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2004

Per la prima volta, con questo studio, viene trattato il periodo che coincide con il governo di paese, caratterizzato dall’alleanza delle minoranze (cattolici-conservatori, socialisti e agrari) che metteva la sinistra storica (liberali-radicali) all’opposizione dopo un trentennio di governo del Ticino.
Per l’impostazione ideologica dei singoli partiti tale alleanza, definita dagli avversari ?pateracchio?, era inconsueta e tutt’altro che facile. Artefici, più dei partiti, furono due uomini, i consiglieri di Stato Giuseppe Cattori (1866-1932), conservatore, e il socialista Guglielmo Canevascini (1886-1965). Sullo sfondo di un periodo travagliato dal punto di vista economico e sociale, l’alleanza seppe ottenere risultati importanti: rilancio dell’agricoltura, ammodernamento della rete stradale, miglioramento delle strutture scolastiche, iniziative in campo sociale (assistenza pubblica, lotta alla tubercolosi, legislazione sanitaria), sviluppo dell’amministrazione cantonale; tutto ciò nel quadro di una politica improntata a misure deflazionistiche (con tagli alle spese, diminuzione degli stipendi dei funzionari pubblici e aumenti di alcune tasse), volte all’equilibrio di bilancio. Non vanno dimenticati, inoltre, l’impegno costante a difesa della democrazia contro il fascismo e le rivendicazioni, cioè le richieste di aiuti finanziari per rilanciare l’economia ticinese, inoltrate al governo centrale di Berna nel 1924. Per la coalizione delle minoranze non mancarono però le difficoltà che misero a dura prova la capacità di mediazione anche di personaggi carismatici come Cattori e Canevascini. I rapporti con l’agrario Raimondo Rossi, estromesso nel 1927, furono spesso conflittuali; non tutti, all’interno dei partiti, digerirono le scelte fatte in nome della ?concordanza?. La decisa svolta a destra all’inizio degli anni Trenta, le divergenze su importanti questioni e la morte improvvisa di Cattori portarono alla fine dell’esperienza, sancita dal risultato elettorale del 1935 che pose Canevascini e il Partito Socialista ticinese all’opposizione.
Saltini ha consultato quasi tutto quanto è stato scritto sul periodo ed ha ampiamente attinto ai rendiconti governativi e ai verbali parlamentari, oltre che alla stampa di partito, che dà conto delle posizioni degli stessi, ma a cui non bisogna affidarsi in modo così totale poiché non riporta tutta una serie di discussioni e di conflitti interni. L’autore ricorre invece raramente ai documenti d’archivio: fanno eccezione alcuni verbali del Partito Conservatore nel periodo in cui l’alleanza era ormai agonizzante, mentre quelli del Partito Socialista sono indicati nelle fonti ma non sono stati utilizzati. Inoltre l’alleanza social-conservatrice era basata sull’accordo Canevascini-Cattori: nell’archivio del primo non ci sono tracce di quanto i due decidevano, quello di Cattori non è mai stato recuperato. È questa una lacuna che non può ovviamente essere addebitata allo studioso. In conclusione, le fonti utilizzate sono servite a Saltini per dare dei grandi ed efficaci quadri riassuntivi delle tematiche affrontate.

Pasquale Genasci