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Lucia Cardone – «Noi donne» e il cinema. Dalle illusioni a Zavattini (1944-1954) – 2009

Lucia Cardone
Pisa, Ets, 230 pp., Euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2009

Studiosa del linguaggio cinematografico nelle sue relazioni con la cultura popolare e l’immaginario femminile, Lucia Cardone offre in questo volume uno sguardo sulla storia delle donne italiane tra la fine della guerra e i primi anni ’50 dall’angolo di osservazione costituito dal rapporto tra il cinema, «Noi donne» – storica testata dell’Udi – e le sue lettrici.Caso di studio emblematico, «Noi donne» viene analizzata per l’esperimento giornalistico che rappresenta: un esperimento di confine in cui la missione di educazione alla politica delle nuove cittadine s’intreccia con le caratteristiche proprie dei giornali femminili. Il rosso e il rosa è la chiave di lettura indicata dall’a. per un’impresa che si muove con la «doppia ambizione di educare la militante e insieme la donna, tentando di coniugare la dimensione pubblica e quella privata, l’ambito politico e quello personale» (p. 35). Pagina dopo pagina emerge l’immagine di donna proposta dal giornale: una donna consapevole dei diritti collettivi conquistati nella nuova Repubblica e al tempo stesso interprete dei doveri famigliari, di una modesta domesticità la cui durezza può essere ingentilita con gli accorti suggerimenti delle rubriche dedicate alle ricette o ai vestiti. Ma quell’immagine nell’Italia degli anni ’50 percorsa dai primi fermenti di modernizzazione e modernità rischia di incrinarsi nel confronto con la fabbrica dei sogni, le illusioni di una vita diversa di cui il cinema, o meglio l’intero dispositivo cinematografico, è straordinario veicolo. In questa contraddizione si situa, secondo Cardone, la strada originale tentata da «Noi donne» per ricomporre vita e sogni delle sue lettrici: un concorso indetto nel 1954 per raccogliere racconti di vita vissuta sul tema Io e la guerra e farli divenire soggetto cinematografico. Nel concorso fu coinvolto – attraverso un percorso di cui si dà conto nel testo – Cesare Zavattini, che già aveva espresso l’intenzione di realizzare un film capace di raccontare «degnamente le vere donne italiane» (p. 13). Parlate di voi a Zavattini è il titolo finale del progetto, punto d’incontro tra la poetica zavattiniana d’impatto sulla realtà e la strategia di mediazione della rivista volta a «riposizionare il cinema e i sogni ad esso legati nell’area sicura della scrittura, libera dalle illusioni e aperta alla consapevolezza» (p. 112). È questa senza dubbio la parte più innovativa del volume. Vi troviamo infatti pubblicati i diciotto scritti inviati dalle lettrici e conservati presso l’Archivio Cesare Zavattini. Carte differenti nelle forme della scrittura, nel rapporto con essa, negli stili del racconto, testi memoriali a cui le autrici avevano affidato speranze e timori come testimoniano le lettere di accompagnamento. Cardone si limita ad un avvio di analisi di questi scritti che costituiscono una fonte ricca e significativa. Il film non si fece, ma grazie a questo volume possiamo leggere oggi quel tentativo originale di intrecciare vita e rappresentazione come parte di una possibile storia dell’immaginario delle donne italiane negli anni cruciali dell’avvio della modernizzazione del paese.

Elda Guerra