Cerca

Luciana Sitran Rea (a cura di) – L’Orto rappresentato. Scienza, didattica e immagine a Padova tra Sette e Ottocento – 2002

Luciana Sitran Rea (a cura di)
Cittadella (Pd)-Padova, Biblos-Università di Padova, pp. VII-367, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2002

Nel panorama culturale generalmente greve e attardato del Veneto della Restaurazione lo sviluppo straordinario e la fortuna internazionale della scienza botanica rappresentarono delle eccezioni di grande importanza. Pertanto, è importante ricordare che le radici di questo successo, al contempo isolato e rappresentativo nell’ambiente regionale, affondavano nella ?vocazione? secolare di una società e di uno Stato, indebolita ma non smarrita all’indomani di Campoformio. Il lussuoso volume curato da Luciana Sitran Rea, ultima proposta dell’attivissimo Centro per la storia dell’Università di Padova, ripercorre i momenti salienti di questo versante della cultura veneta attraverso la pubblicazione delle tavole dipinte da Cattrani per i corsi di botanica tenuti nello Studio patavino ad inizio Ottocento. L’opera non si ?esaurisce? nella pur preziosa e particolare edizione di fonti, bensì tocca attraverso una serie di brevi e puntuali contributi alcuni momenti fondamentali della storia della scienza e dell’Università di Padova strettamente intrecciati non solo con il convulso contesto politico della Serenissima tra il riformismo illuminato e il 1848, ma anche con la vicenda europea della fioritura della botanica a scienza autonoma. Nella nota introduttiva Giovanni Marchesini sottolinea infatti l’interesse delle tavole in una vasta prospettiva di storia della cultura e della scienza, poiché ?la pratica dell’illustrazione dal vivo ha accompagnato e favorito l’affermarsi della moderna scienza botanica? (p. I). Nel volume quindi la valorizzazione delle illustrazioni si intreccia alla ricostruzione storica, così da mettere bene in risalto l’importanza scientifica e simbolica che ebbe l’Orto botanico (destinatario di investimenti non trascurabili anche da parte del governo austriaco, come dimostra il suo catalogo ottocentesco) per l’Università in quell’epoca così delicata della storia veneta. La prima è affidata alla accurata presentazione delle tavole di Cattrani ad opera di Luigino Curti, Fernanda Menegalle e Lucia Tongiorgi Tomasi; mentre nel contributo di Margherita Azzi Visentini (p. 11-35) e in quello di Elsa Maria Cappelletti e Arturo Paganelli (pp. 197-237) si delinea la vicenda più particolare dell’insegnamento superiore della botanica nello Studio dall’età moderna al Risorgimento. In questi anni si affermò infatti il grande magistero di Roberto De Visiani, innovatore geniale ma anche punta di diamante e rappresentante di prestigio europeo di un vasto movimento scientifico e culturale per il quale il culto della scienza botanica rappresentava allo stesso tempo un forte valore identitario (si pensi all’orgogliosa polemica ingaggiata da certi ambienti veneti contro l’?artificiosità? del giardino inglese) e una non troppo implicita occasione di rivendicazione e riscatto politico.

Maria Pia Casalena