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Luciano Canfora – 1914 – 2006

Luciano Canfora
Palermo, Sellerio, 168 pp., euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2006

Le centocinquantaquattro pagine che Luciano Canfora dedica all’anno 1914, o meglio al tema della Grande guerra, vogliono offrire «un’immagine sfumata, movimentata, contraddittoria, realistica» di un evento al quale ? da oltre un quarto di secolo, da quando Paul Fussell ne fece il momento fondativo della «memoria moderna» ? la storiografia ha opportunamente prestato grande attenzione. Ma è bene dire che, di questa letteratura, il lettore non troverà traccia in un volumetto, il quale, con ogni evidenza, privilegia un taglio piuttosto tradizionale di storia delle relazioni internazionali e di storia politica.Iniziando con un excursus sulle possibili premesse del 1914 (la guerra tra Russia e Giappone, le guerre balcaniche), Canfora prende in esame, successivamente, il quadro politico interno delle potenze belligeranti, l’imperialismo come pratica coloniale e come ideologia, il dibattuto problema della responsabilità tedesca, la questione della violenza sui civili e ? con l’invasione del Belgio ? la guerra propagandistica su «terrorismo» e «franchi tiratori». Per finire con alcune pagine dedicate alle posizioni che prendono, di fronte al conflitto militare, le diverse anime del socialismo europeo ? fino a Mussolini e a Lenin ? e la Chiesa romana («l’inutile strage»). Come già chiarisce questo rapido sommario, la narrazione seleziona alcuni topoi della Grande guerra, che non configurano una tradizionale storia degli eventi (sebbene l’attentato di Sarajevo del 28 giugno venga molto dettagliato) e che tuttavia, a parere di chi scrive, non riescono pienamente ad affrontare ? anche per le dimensioni ridotte dell’opera ? il significato complessivo di quello che si sarebbe rivelato come l’inizio del «secolo breve». Si nota, ad esempio, un’insistenza forse eccessiva sulla questione tedesca, la quale è indubbiamente centrale nell’interpretazione del 1914 ma forse andrebbe soppesata insieme ad altri, non meno decisivi, nodi geopolitici: dalle «piccole nazioni» senza Stato ai problemi della Gran Bretagna imperiale, dalle divisioni dei «fronti interni» (pur nella euforia nevrotica della mobilitazione) a quelle disomogeneità strutturali e culturali, che dividono il vecchio continente secondo linee Est-Ovest e Nord-Sud e che talvolta sono trasversali ai due schieramenti bellici. Il volumetto, del resto, compendia le idee e talvolta le ideologie di Canfora sul tema della guerra ma non ha il tempo per essere una rassegna storiografica, né, alle volte, per costellare di sufficienti dati contestuali quelle stesse idee e preferenze dell’autore.Va detto che 1914 è parte di una serie radiofonica dedicata alla storia e dunque ha l’ambizione, come recita la nota introduttiva di Sergio Valzania, di «colloquiare con platee allargate». Un testo da ascoltare, prima che da leggere. Con dichiarato intento divulgativo. Ma la divulgazione è cosa impegnativa, come si sa, e anche uno storico di razza come Luciano Canfora può incorrere nell’equivoco di divulgare riflessioni, ritagli storiografici, selezioni tematiche forse troppo personali e soggettivi. Senza dire che, se una cosa manca in questa pagine peraltro colte e sincere, è l’impronta dell’antichista.

Paolo Macry