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Luciano Cheles e Lucio Sponza (a cura di) – The Art of Persuasion. Political Communication in Italy from 1945 to the 1990s – 2001

Luciano Cheles e Lucio Sponza (a cura di)
Manchester-New York, Manchester University Press, pp. XV-384, $ 79,95

Anno di pubblicazione: 2001

Il tema di questa raccolta di saggi è affascinante, ma gli scritti che la compongono sono disuguali. Accanto ad alcuni di notevole spessore e articolazione, se ne trovano altri che non rappresentano ricerche innovative né per il metodo né per il contenuto; soprattutto, non sono sempre chiare le connessioni tra i vari scritti nonché le ragioni della loro scelta. È vero che i saggi sembrano essere stati originati da motivazioni diverse, così che alcuni paiono commissionati mentre altri corrispondono piuttosto a pezzi scelti per un’antologia, essendo stati scritti e pubblicati, come quello di Umberto Eco, negli anni 1970, il che contribuisce a rendere la raccolta disomogenea.
Inoltre, ci sono altri elementi di insoddisfazione nella struttura di questo libro. L’Introduzione propone un rapido excursus di un secolo di storia d’Italia a partire dalla fine dell’Ottocento; è inevitabile che il tono ne risulti un po’ affrettato e induca a qualche superficialità, come ad esempio nelle righe dedicate alla questione del ?consenso? al fascismo. Anche la struttura del volume lascia perplessi: la prima parte dovrebbe riferirsi a forme di persuasione guidate dai partiti, mentre la seconda vorrebbe considerare gli approcci comunicativi di movimenti, organizzazioni e istituzioni al di fuori del sistema partitico. In realtà, le stesse trattazioni contenute nelle due parti mostrano che la divisione non può essere così netta, del che d’altronde i curatori dichiarano di essere consapevoli.
Più grave mi sembra il fatto che all’interno di questa partizione non si sia trovato uno spazio per considerare le profonde innovazioni introdotte nella comunicazione politica dai movimenti più significativi degli anni 1960 e 1970, soprattutto quelli del ‘e delle donne. Certo alcuni mutamenti compaiono indirettamente in alcuni scritti, come in uno dei saggi sull’abbigliamento, ma i problemi principali ? come quello della trasformazione dei pubblici indotto dal ’68 e quello della modificazione delle differenze tra comunicazione politica e comunicazione privata operato dal movimento femminista ? non sono toccati da questo approccio se non marginalmente.
Nonostante tutte queste riserve, la raccolta comprende alcuni saggi di grande interesse e godibilità come quello di Robert Lumley sulla satira di Cuore, o la vasta rassegna iconografica dei manifesti politici in prospettiva comparata offerta da Luciano Cheles, o le acute riflessioni di Patrick McCarthy sulle trasformazioni del linguaggio politico da parte di leader come Bossi, Berlusconi e D’Alema. Il volume svolge comunque un’utile funzione di stimolo e documentazione, cui contribuiscono la cronologia e l’ampia bibliografia che lo concludono.

Luisa Passerini