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Luciano Gallino – L’impresa responsabile. Un’intervista su Adriano Olivetti – 2001

Luciano Gallino
a cura di Paolo Ceri, Torino, Edizioni di Comunità, pp. VIII-149, euro 12,39

Anno di pubblicazione: 2001

Luciano Gallino ha collaborato per alcuni anni con Adriano Olivetti e, fino al 1971, ha diretto il Servizio ricerche sociologiche e studi sull’organizzazione interno all’azienda. È quindi con piena cognizione di causa che oggi ha contribuito, in occasione del centenario della nascita, a focalizzare la riflessione sulla figura di Adriano Olivetti quale capo d’azienda e imprenditore d’eccezione. ?Adriano Olivetti era tutto in una volta un imprenditore, un pensatore politico, un utopista, che nella sua azienda, tramite l’azienda, cercava di mettere in pratica le sue idee?. Così dice il sociologo rispondendo alle domande formulate da Paolo Ceri, collega e studioso anch’egli dell’organizzazione dell’impresa eporediese. Nessun intento celebrativo anima però la discussione tra i due studiosi quanto invece il desiderio di porre alcuni aspetti salienti della società e dell’economia dell’Italia odierna al vaglio degli insegnamenti scaturibili dall’opera imprenditoriale di Adriano Olivetti e viceversa.
La continua intersecazione tra i due piani temporali ? gli anni ’50 e oggi ? fa da sfondo alla conversazione, organizzata per nuclei tematici attorno alle diverse componenti ideali dell’azienda di nuovo tipo concepita e realizzata da Olivetti quale impresa responsabile del proprio ruolo di agente dello sviluppo economico, sociale e culturale, conscia dei propri compiti nei confronti dell’ambiente circostante. Gallino alterna il ricordo, mai idealizzato e sempre critico, degli anni della sua formazione umana e professionale alla Olivetti con la riflessione sull’innovatività di quel modello imprenditoriale, discutendo di quanto esso sia stato per molti versi anticipatore del successivo sviluppo industriale e, allo stesso tempo, di come abbia rappresentato un caso isolato nel panorama industriale del paese, restando avulso da quelle logiche fondate sulla contingenza che, ancora oggi, determinano, secondo lo studioso, la gran parte dell’agire imprenditoriale. L’impresa che aveva, tra l’altro, conquistato una solida posizione sulla frontiera delle tecnologie elettroniche ? a volte superando la migliore concorrenza internazionale ? rispecchiava la visione utopista del suo imprenditore nel cui ragionare e nella cui azione il razionalismo scientifico si coniugava con la crescita della spesa in iniziative sociali e culturali.
Molta parte dei servizi e delle provvidenze allora garantite dal welfare della Olivetti, sia pure in un’ottica e con esiti ben diversi, sono oggi materia gestita per tutti dal sistema sociale pubblico. Dal volume emerge però come il dato distintivo delle relazioni industriali a Ivrea non fosse riducibile alla mera concessione di migliori condizioni contrattuali quanto invece esse fossero indirizzate alla ricerca del consenso mediante il coinvolgimento dei lavoratori agli obiettivi comuni dell’impresa tramite un’articolata organizzazione della loro partecipazione alle scelte aziendali fondata sul principio della contrattazione permanente. La morte di Olivetti avrebbe però impedito il compimento degli ulteriori passi verso una reale cogestione dell’impresa in direzione di una cessione della proprietà dell’azienda a una fondazione che avrebbe dovuto costituire il vertice di una rinnovata comunità territoriale.

Nicola Crepax