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Luciano Granozzi e Alfio Signorelli (a cura di) – Lo sguardo dei consoli. La Sicilia di metà ottocento nei dispacci degli agenti francesi – 2001

Luciano Granozzi e Alfio Signorelli (a cura di)
La Spezia, Agorà, pp. XLVI-157, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume presenta una scelta della corrispondenza e delle memorie dei consoli francesi a Palermo tra il 1822 e il 1842, introdotta da due saggi. Granozzi accenna alla relativa differenza di prospettive tra viaggiatori e consoli, agli stereotipi e al loro lento modificarsi, ma soprattutto avverte che non bisogna attendersi dai consoli ?notizie inedite e interpretazioni originali, l’esposizione indulge su effetti prevedibili e su estenuanti ripetizioni?. Egli tende perciò ad accreditare la scelta come un contributo alla storia delle mentalità. Le interpretazioni classiche di taglio etico-politico hanno cercato il nesso Sicilia-Europa nella cultura ?alta?. L’esplorazione dei consoli potrebbe essere un tentativo di raccogliere ?l’opinione comune? per soddisfare l’esigenza dello storico che, come osservava circa trent’anni fa Le Goff, ?si interessa più al basso continuo che alle finezze della musica del passato?(pp. XIII-XIV).
Signorelli, con un attento spoglio della serie Personnel del Quai d’Orsay, illustra il reclutamento e la personalità dei consoli, soffermandosi sulla loro formazione e la loro carriera nel passaggio dalla scelta nell’ambito commerciale, influenzata spesso da legami familiari e clientelari, alla formale burocratizzazione. Il processo iniziato nell’età della rivoluzione giunge a compimento all’incirca negli anni ’30.
Il documento più ampio, più completo e più articolato è la memoria di Ségur-Montaigne, la cui relazione, già utilizzata da Armando Saitta, ?rappresenta quanto di meglio il consolato francese abbia saputo produrre nella prima metà del XIX secolo? (p. XI). Non prive di interesse sono anche brevi relazioni sulla pesca del corallo, sul commercio dei vini, sul commercio industriale di Messina e Catania, e il lucido resoconto sulla complessa questione del monopolio degli zolfi.
Uno degli episodi che maggiormente richiama l’attenzione è il cambiamento di opinione o addirittura il capovolgimento di giudizio del console Duclazau che tra il 1824 e il 1828 invia corrispondenze catastrofiche sulle condizioni della Sicilia e che apertamente si ricrede nell’aprile 1828 in occasione di un viaggio che lo porta a Messina, Siracusa e a Catania. Nel riferire delle accoglienze ricevute e dello stato fiorente dell’agricoltura e dei buoni risultati dei primi tentativi industriali, egli scrive che aveva creduto ?che il resto dell’isola? ?era ancor peggio di Palermo [?]. Ma ho visto con i miei occhi che ci si sbagliava. A partire dall’introduzione dei Codici francesi, i contadini sono diventati per la maggior parte proprietari e la loro sorte ha subito qualche miglioramento [?] ho trovato i contadini abbastanza ben vestiti, le terre ben coltivate e non ho incontrato mendicanti. Le città di Catania, Messina e Siracusa presentano l’aspetto dell’agiatezza ben più che la povertà?.
Può darsi che l’inatteso ottimismo sia stato influenzato da motivi personali e contingenti, ma bisogna tener conto che effettivamente alla fine degli anni ’20 vi erano segni di risveglio, anche se non va trascurato il fatto che il console confermava il giudizio negativo sulla capitale, mettendo in luce la dicotomia forte tra Palermo e le città e i territori che aveva visitato.

Pasquale Villani