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Luciano Segreto – ARAR. Un’azienda statale tra mercato e dirigismo – 2002

Luciano Segreto
Prefazione di Giorgio Mori, Milano, Franco Angeli, 2001, pp. 301, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2002

L’Azienda per il Rilievo e l’Alienazione dei Residuati nacque nel 1945 per gestire una ?mole sbalorditiva di materiale bellico e di sussistenza la più disparata? (Mori), ceduta dagli alleati in base ad accordi qui per la prima volta ben ricostruiti. Quei beni, stimati tra i 100 e i 200 miliardi del 1946, erano molto attraenti per un sistema industriale a caccia di rottami, motori, pneumatici, ecc. e per una popolazione priva di beni di consumo, tanto da provocare furti e alcuni scandali. L’ARAR li vendette prevalentemente a piccoli lotti con aste pubbliche, favorendo le piccole imprese e rifiutando sia le istanze socialiste di distribuzione pianificata, sia ? con qualche eccezione ? la trattativa privata desiderata dalle grandi industrie.
Grazie ai 152 depositi capillarmente presenti sul territorio e ad un pragmatico gruppo dirigente, all’ ARAR sarebbero stati affidati ulteriori gravosi compiti non attuabili direttamente dalla mano pubblica, quali la gestione di parte degli aiuti non assorbiti del piano Marshall, la costituzione di scorte strategiche, il sostegno agli investimenti per la piccola industria e la gestione di appalti NATO.
Ernesto Rossi, che ne fu presidente dall’inizio fino alla chiusura nel 1957, è il vero protagonista del libro. L’autore ne difende l’approccio liberale e la dirittura morale, collegata all’impegno antifascista e azionista. Nel tracciare puntualmente le vicende dell’azienda, Segreto si avvale di inedite fonti interne, integrate con vari archivi italiani e statunitensi. Mostra così in un caso singolo alcuni dei problemi di gestione del piano Marshall, già evidenziati dalle ricerche dello scrivente. L’autonomia dell’ente in proposito appare però enfatizzata dalle fonti interne, che oscurano la sua subalternità ad equilibri politici e a scelte americane di cui non sempre l’autore tiene sufficientemente conto.
I capitoli sulla piccola impresa e gli aiuti militari contengono utili dati sulle commesse americane e sollecitano approfondimenti locali. Quello sui rapporti commerciali con Cina e Germania Est delinea una complessa rete di mediazione tra politica e affari. Una cospicua appendice documentaria, evocative fotografie e indici chiudono il volume.
Segreto sottolinea la difficoltà di valutare quantitativamente l’operato di un ente pubblico. La gestione si chiuse in attivo, ma l’economia nazionale avrebbe potuto approfittare meglio di quelle risorse? Soppesando i dati raccolti, preziosi ma incompleti, giudica questa azienda anomala, tra pubblico e privato, come un grande successo. Peccato che Alberto Mortara, da cui Segreto fu originariamente sollecitato a occuparsi dell’ ARAR, non abbia fatto in tempo a leggerlo.

Carlo Spagnolo