Cerca

Luigi Cavazzoli e Carlo G. Lacaita (a cura di) – Riforme e istituzioni fra Otto e Novecento – 2002

Luigi Cavazzoli e Carlo G. Lacaita (a cura di)
Manduria-Bari-Roma, Piero Lacaita editore, pp. 440, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume raccoglie gli atti di un convegno tenuto a Mantova nel 2000. Si compone di diciannove saggi che, pur nella loro eterogeneità (si va da contributi su Turati, Enrico Ferri, sulla cultura economica, fino alla toponomastica milanese), sono tenuti assieme dal tema conduttore del ruolo che le istituzioni pubbliche e private svolsero per favorire l’affermazione di quella cultura delle riforme che, fra fine secolo ed età giolittiana, contribuì alla modernizzazione del paese e al suo primo sviluppo urbano e industriale. Si spazia dalla formazione di un nucleo di tecnici all’interno dei ministeri alla formazione culturale di un gruppo professionale strategico come gli ingegneri, alla fondazione delle nuove scuole, dalla Bocconi, al Politecnico, al rinnovamento di istituzioni culturali antiche come l’Accademia Virgiliana di Mantova. Particolarmente interessanti sono i saggi dedicati allo sviluppo della telefonia, alle reti idriche urbane e alle opere idrauliche in Sardegna, settori nei quali, assieme all’istruzione tecnica, l’attivismo di municipi e province ha modo di manifestarsi in maniera netta. Il protagonismo delle amministrazioni locali porta i curatori e più di un estensore dei saggi a ipotizzare la tendenza al superamento, nell’età giolittiana, del modello delle riforme calate dall’alto, tipico dei primi decenni preunitari, verso forme di scambio di esperienze, a volte competizione, fra amministrazioni locali nel nuovo campo dei servizi a rete. Tendenza che in parte verrà assecondata dal Parlamento, con la legge sulle municipalizzazioni, in parte verrà contrastata, è il caso dei telefoni, riportati a monopolio statale, da una sorta di riflesso condizionato, che induceva governo e Parlamento a riservare all’iniziativa statale le grandi opere infrastrutturali, come era stato per le ferrovie dopo l’Unità.
Ricerche originali, e messe a punto di temi meglio noti si mescolano nel volume, come in gran parte degli atti di convegni. Sarebbe auspicabile che alcuni dei temi emersi ? natura del riformismo e suo intrecciarsi con i rapporti centro-periferia ? fossero oggetto di futuri approfondimenti. Ormai da tempo numerosi studi segnalano l’attivismo dei municipi nello scorcio del secolo, contestando alcuni luoghi comuni sul rigido accentramento dell’amministrazione dello stato, ma ancora aspettiamo una complessiva messa a punto del tema.

Alessandro Polsi.