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Luigi Ganapini – La repubblica delle camicie nere. I combattenti, i politici, gli amministratori, i socializzatori – 1999

Luigi Ganapini
Garzanti, Milano

Anno di pubblicazione: 1999

Senza alcun dubbio il saggio di Claudio Pavone, Una guerra civile, ha rappresentato uno spartiacque storiografico nello studio del biennio 1943-1945. Ciò è dimostrato con evidenza nell’ultimo decennio dall’impianto di nuove ricerche sulla Resistenza. Ma, benché fosse meno scontato, anche i contributi sulla Rsi hanno risentito dell’approccio e delle suggestioni di Pavone. Questo volume di Ganapini (come del resto quello di Dianella Gagliani sulle Brigate nere, recensito in questo volume) è infatti in primo luogo un riscontro concreto del peso del lavoro pavoniano. La biografia collettiva del fascismo salotino offerta da Ganapini attraverso l’individuazione dei quattro gruppi principali di “repubblichini” del sottotitolo è evidentemente improntata allo sforzo di rintracciare le ragioni della “scelta” a favore della Rsi (evidente soprattutto nell’Introduzione e nel capitolo dedicato ai “combattenti”). E, nel medesimo tempo, a restituire la variegata articolazione politico-culturale della militanza fascista, da quella estrema dei combattenti (a lungo predominante nella memorialistica disponibile e nella plumbea e livida rappresentazione corrente dei 600 giorni di Salò), a quella moderata degli amministratori, “patrioti del buonsenso”.
La restituzione dell’ultimo fascismo alla complessità delle sue ragioni e delle sue motivazioni è dunque il merito principale del volume. Riaffiorano così i profili non solo dei combattenti à la Rimanelli e Mazzantini, stereotipi noti e ormai consolidati, ma anche quelli dei politici (da Giovanni Preziosi a Carlo Alberto Biggini, da Bruno Spampanato a Vittorio Rolandi Ricci), degli amministratori (da Piero Pisenti a Luigi Bolla, da Domenico Pellegrini Granpietro a Guido Buffarini Guidi), dei socializzatori (da Angelo Tarchi a Agostino Rocca, a Edmondo Cione). Tutti rappresentanti, insieme ai tanti altri trattati nel volume, di segmenti diversi e divisi del fascismo repubblicano, ognuno attraversato a sua volta da una frattura interna tra i fautori di un rinnovato intransigentismo – impregnato di razzismo, dei valori di una rigida gerarchia sociale, di filonazismo – e i sostenitori di un disegno di governo della società teso al mantenimento ed alla difesa del blocco d’ordine che il regime nel ventennio aveva saputo coagulare attorno a sé. Al di là delle divisioni, questi uomini danno comunque vita ad una struttura istituzionale e ad un apparato poliziesco-militare che, per quanto deboli e delegittimati, ricoprono comunque una importante funzione di cerniera tra la società italiana e l’occupante tedesco. Dunque, dopo quella delle “camicie nere” analizzate da Ganapini, dopo i fascisti di Salò, si attende ora finalmente la storia della Repubblica di Salò.

Luca Baldissara