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Luigi Luzzatti e la Grande guerra. Temi e vicende dell’Italia divisa: dall’intervento ai trattati di pace

Pier Luigi Ballini (a cura di)
Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 407 pp., € 37,00

Anno di pubblicazione: 2016

Il volume è l’esito editoriale del convegno promosso dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia nel 2015 e raccoglie le relazioni di undici studiosi che si sono confrontati per gli anni della Grande guerra con la figura di Luigi Luzzatti (1841-1927).
I saggi (alcuni corredati da Appendici documentarie) hanno intanto il merito di avere valorizzato le carte, in parte ancora inedite per il periodo 1914-1919, del ricchissimo Archivio Storico «L. Luzzatti» per fare luce sulle posizioni pubbliche e sui «pensieri» privati dell’uomo politico veneto, protagonista di levatura internazionale nei dibattiti sulla guerra e sulla pace.
Dai contributi emergono numerosi elementi di originalità interpretativa, a partire dalle riflessioni sull’Italia divisa dei mesi della neutralità. Ribaltando le tesi di Vivarelli che lo vuole costantemente aderente alle posizioni di Giolitti, Rizzo afferma che Luzzatti piuttosto partecipa «a quel travaglio che sposta settori del neutralismo verso l’adesione all’entrata in guerra» (p. 14) in nome di un forte e via via crescente «culto della patria» che diviene il punto qualificante della sua riflessione di fronte alle problematiche poste dal conflitto e dai nuovi equilibri europei e mondiali del dopoguerra.
Con l’ingresso in guerra, le preoccupazioni per il futuro dell’Italia nel contesto europeo lo portano a elaborare un piano di cooperazione economica con Francia e Inghilterra (Riccardi) funzionale a un progetto a più lungo termine di solidarietà (anche sociale) inclusiva dei paesi vinti, come confermano gli interventi in qualità di presidente della sezione italiana del Parlamento interalleato (Lazzaretto) e le considerazioni sulla Società delle Nazioni (Ballini). In alcuni lavori il focus è centrato sulle più note intuizioni economico-finanziarie, che anticipano questioni e dibattiti dei decenni successivi, come la creazione di una stanza di compensazione internazionale, il tema della pace monetaria, l’idea di un bloc latin (Riccardi, Cafarelli-Pecorari, Ballini). Altri si soffermano su aspetti meno indagati della sua attività politico-diplomatica e socio-culturale: il nodo dei rapporti tra Stato e Chiesa (Margiotta Broglio); la questione adriatica e il problema della sovranità italiana sulla Dalmazia (Ivetic); l’impegno nell’assistenza ai profughi (Agostini); l’attenzione per i destini degli ebrei dell’Europa orientale e il coinvolgimento nella difesa del diritto di nazionalità degli armeni, uno dei tratti meno studiati dell’operato dell’anziano parlamentare (Ester Capuzzo). Il volume e le carte luzzattiane offrono spunti di ricerca meno scontati anche per una storia regionale veneta, ricostruita sul piano dei problemi militari (Del Negro) e sul terreno dei fattori economici (Zalin).
Nel complesso il libro offre una lettura densa di suggestioni per la ricchezza delle tematiche trattate che, attraverso la lente posizionata su Luzzatti, aprono quadri interpretativi più generali per riflettere sulla prima guerra mondiale che rimane un grande laboratorio per nuove esperienze di ricerca.

Daria De Donno