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Luigi Michele de Palma – Chiesa e ricerca storica. Vita e attività del Pontificio Comitato di scienze storiche (1954-1989) – 2005

Luigi Michele de Palma
Roma, Libreria Editrice Vaticana, pp. 400, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2005

In occasione del 50° anniversario della fondazione, de Palma ricostruisce in un dettagliatissimo studio la storia del Pontificio Comitato di scienze storiche, sorto nel 1954 dalla proposta di Gaetano De Sanctis a mons. Michele Maccarrone ? titolare dell’insegnamento di Storia della Chiesa nel Pontificio Ateneo Lateranense e fondatore, assieme a mons. Pio Paschini, della «Rivista di Storia della Chiesa in Italia» ? di istituire una rappresentanza della Santa Sede nel Comité International des Sciences Historiques (CISH).
In costante collegamento con la Segreteria di Stato, Maccarrone indirizzò l’attività del Comitato in numerose direzioni: dalla partecipazione attiva ai congressi del CISH (compreso quello di Mosca del 1970, che portò per la prima volta una rappresentanza ufficiale vaticana ?oltre cortina?) all’organizzazione di iniziative editoriali e convegni (tra i più importanti quelli dedicati al Concilio di Trento e alla Chiesa greca in Italia, rispettivamente nel 1963 e nel 1969); dalla partecipazione ai programmi internazionali di revisione dei manuali scolastici alla fondamentale pressione sui pontefici per l’estensione dell’accessibilità ai documenti dell’Archivio segreto vaticano, giunta in tappe successive dalle carte del pontificato di Pio IX (1878) a quelle di Benedetto XV (1922).
L’impegno di Maccarrone fu il riflesso di una precisa politica culturale, consistente nel guadagnare alla Santa Sede la stima della comunità internazionale degli storici attraverso il ricorso a collaborazioni prestigiose e l’attenzione costante per il rigore scientifico delle iniziative del Comitato. Nello spirito del Concilio Vaticano II egli si fece portavoce di una ??via storica’ dell’ecumenismo, con cui la scienza storica intendeva cooperare, attraverso il suo apporto storico e teologico, al raggiungimento della piena comunione dei cristiani? (p. 331). Maccarrone, prima in veste di segretario, dal 1963 in qualità di presidente del Comitato, operò non solo per il dialogo tra cristiani, ma anche per una maggiore rappresentanza della chiesa dell’America latina e della sua storia nelle istituzioni storiche internazionali, contendendo questo terreno agli esponenti della teologia della liberazione.
Se è di indubitabile interesse l’esempio di questo solerte organizzatore di cultura e diplomatico del dialogo ecumenico, filologicamente ricostruito grazie al ricco archivio del Comitato, il lavoro di de Palma soffre di una debole problematizzazione dei nessi tra politica vaticana e studi storici, nonché di un linguaggio talora allusivo circa l’opposizione della Chiesa cattolica all’impostazione storicista, non solo nella declinazione marxista ma anche in quella liberale à la Chabod. Inoltre il ricorso a fonti quasi esclusivamente cattoliche e vaticane impoverisce il quadro d’insieme, soprattutto nella trattazione degli anni del pontificato di Giovanni Paolo II, quando Maccarrone, ormai assurto ai vertici della gerarchia pontificia, offrì al papa una vera e propria consulenza storica nella stesura delle lettere apostoliche rivolte ai fedeli del blocco comunista in dissoluzione.

Gilda Zazzara