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Luigi Sturzo e Salvatore Aldisio – Carteggio (1924-1956) – 2001

Luigi Sturzo e Salvatore Aldisio
a cura di Vittorio De Marco, Studi del Centro ?A. Cammarata?, Caltanissetta-Roma

Anno di pubblicazione: 2001

È questo il secondo libro di carteggi sturziani che viene pubblicato dal Centro Cammarata: nel 1999 apparvero i Carteggi siciliani nel secondo dopoguerra sempre a cura di De Marco e per i tipi dello stesso Sciascia, due ponderosi volumi di corrispondenze tra il fondatore del Partito Popolare Italiano e i primi quattro presidenti della Regione Sicilia. Questo nuovo lavoro si pone su quella stessa scia: Salvatore Aldisio, infatti, fu uno dei principali protagonisti della stagione politica che vide la nascita della Regione a statuto speciale; anche, ma non solo questo: fu uno dei maggiori organizzatori del Partito Popolare e uomo politico di rilievo nazionale, più volte ministro nei governi repubblicani.
Lo scambio di corrispondenza prende avvio nel 1924, quando il giovane deputato di Gela (allora Terranova) è riconfermato alla Camera; questa parte del carteggio si interrompe nel 1926: finite le libertà, in esilio il maestro. La ripresa è del novembre 1943: è Sturzo che inizia con una lettera da Jaksonville e indica in Aldisio il più eminente rappresentante del popolarismo cattolico in Sicilia, nonché il più fido interprete della linea regionalista-unitaria che egli intende contrapporre al nascente separatismo. Il nostro viene chiamato al Ministero degli interni del secondo governo Badoglio e poi a ricoprire la carica di Alto commissario per la Sicilia, figura istituzionale che sottolinea lo stato di emergenza in cui si trova l’isola, destinata a diventare il fulcro della nuova politica autonomistica, ma anche il centro di raccordo della ricostruzione della Democrazia Cristiana in Sicilia. Con l’elezione alla Costituente si avvia una nuova stagione non più solo siciliana, che vedrà Aldisio Ministro della Marina mercantile e poi dei Lavori pubblici nonché vice presidente del Comitato permanente per il Mezzogiorno, presidente lo stesso don Sturzo.
La maggior parte delle 195 lettere riguarda questo periodo. Il tenore delle comunicazioni è dato dalla continua e pignola attenzione di Sturzo per provvedimenti concreti riguardanti la Sicilia e il Mezzogiorno: l’anziano fondatore del Ppi si pone come un super patron, un garante della efficiente e corretta amministrazione, un consigliere di grande acume nelle minute come nelle grandi cose. L’aspetto fondamentale da mettere in rilievo riguarda una specie di supplenza esercitata per il tramite di queste autorevoli relazioni rispetto alla ancora incompleta trama istituzionale della Repubblica. Fatta la Regione Sicilia non si riesce a legiferare sul modo di raccordare il nuovo ente con i poteri statali. Sturzo si pone al centro di una trama di relazioni tra diversi esponenti della Dc in modo da facilitare il dialogo tra le persone se non tra le istituzioni. Anche questo modello di relazione fondato sulla autorevolezza di un super patron sarà un carattere costitutivo della nuova Repubblica italiana.

Rosario Mangiameli