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Luisa Finocchi e Ada Gigli Marchetti (a cura di) – Editori e lettori. La produzione libraria in Italia nella prima metà del Novecento, Milano – 2000

Luisa Finocchi e Ada Gigli Marchetti (a cura di)
“Studi e ricerche di storia dell’editoria” 9, Franco Angeli

Anno di pubblicazione: 2000

Il volume raccoglie i risultati di un convegno su Editori e lettori nella prima metà del Novecento, tenutosi a Milano nell’aprile del 1999, promosso dalla Fondazione Mondadori e dall’Istituto Lombardo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, che già da tempo collaborano intorno alle tematiche della storia dell’editoria.
Il libro affronta numerose questioni, frutto di un approccio interdisciplinare e dinamico al tema; si presta attenzione infatti non solo alla storia dell’impresa editoriale ma anche all’emergere di nuovi gusti e modalità di lettura e alla nascita di nuove figure professionali, come i traduttori, anelli di mediazione tra culture diverse. L’ambito preso in oggetto è il primo Novecento ed il fascismo, già da tempo attraversato dagli storici della cultura, che segna un importante salto di qualità sia per ciò che riguarda la modernizzazione delle imprese che per l’allargamento del pubblico.
Il primo gruppo di contributi prende in esame lo sviluppo di alcune case editrici, alcune storiche come la Vallardi e Ricordi che si rivolgono a settori di mercato specifici, come lo scolastico e il musicale, raggiungendo posizioni di predominio. Più nuova la ricerca sulla napoletana Ricciardi o la torinese Slavia, ambedue editrici di cultura, che mantenendo un’organizzazione del lavoro ed una distribuzione squisitamente artigianali, offrono un prodotto di alto livello sul fronte della cultura italiana contemporanea e delle traduzioni di opere letterarie russe o slave, precedentemente offerte attraverso la mediazione dal francese in edizioni poco curate.
Proprio le traduzioni costituiscono un tema centrale, che attraversa numerosi saggi. Malgrado l’avvento del fascismo infatti, il decennio tra il ’20 ed il ’30 può essere definito, come lucidamente sostenne Pavese, “il decennio delle traduzioni”, dell’apertura del mondo dei lettori italiani alle culture diverse, sia nei settori di consumo più basso come i gialli (a cui è dedicato una ricerca specifica) sia nei settori più elevati, con l’opera di case editrici, come la Pantheon, istituti di cultura come il Gabinetto Vieusseux e singoli intellettuali. Interessante il ruolo svolto da un gruppo di donne, che individuano nel lavoro di traduttrici una nuova professionalità autonoma, resa necessaria dalla repressione fascista, che le aveva espulse per motivi politici o razziali dall’insegnamento pubblico.
L’ultima tematica riguarda la ricezione della lettura, attraverso l’analisi di memorie ed autobiografie e la nascita di nuovi modelli femminili, rintracciabili nei romanzi dell’epoca postbellica e nella cinematografia.

Maria Jolanda Palazzolo