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Luisa Passerini – Memoria e utopia. Il primato dell’intersoggettività – 2003

Luisa Passerini
Torino, Bollati Boringhieri, pp. 164, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2003

Con questa raccolta di saggi di carattere teorico e metodologico, Luisa Passerini riprende temi già da lei acutamente esplorati in numerosi e importanti studi pubblicati negli anni Settanta e Ottanta: la memoria, la soggettività, l’autobiografia, l’utopia, il femminismo, che qui vengono sottoposti a nuove interrogazioni, e caratterizzati da una insistenza sul primato dell’intersoggettività. Il termine è da intendersi come passaggio essenziale da una concezione della soggettività relativa all’individuo isolato, a una matura consapevolezza circa il carattere essenziale del rapporto con l’altro nella costituzione del soggetto, che per Passerini è sempre sessuato.
La prima parte del volume è dedicata a esplorare percorsi recenti della ricerca nel campo della memoria, dell’oblio e del silenzio; gli usi plurali e conflittuali del passato nella sfera pubblica e politica; e i modi con cui la memoria è ormai diventata un territorio certamente molto praticato ma anche dotato di una estrema fragilità. Nel capitolo centrale l’attenzione è rivolta alle molteplici forme di declinazione del soggetto ?nell’epoca della morte del soggetto?: mentre la soggettività viene esaminata in quanto costruzione continuamente in fieri, e quindi incompleta e mobile, tale processo appare sempre strettamente legato alla relazione con gli e le altre/i, e all’intersoggettività, come è chiarito attraverso alcuni approfondimenti su temi cruciali per il dibattito teorico femminista e storiografico; tra i quali spicca il rapporto tra soggetto, esperienza e discorso, vero banco di prova di una pratica autobiografica delle donne tutta basata sull’intreccio tra narrazione ed esperienza.
L’argomentazione di Passerini si sofferma successivamente sugli stretti vincoli che collegano utopia, soggetto e desiderio. Questi ultimi sono al centro di pagine assai belle su quanto sia importante una concettualizzazione storica del Sessantotto per analizzare il nostro presente. A partire da una rivisitazione del celebre saggio di Fachinelli Il desiderio dissidente, Passerini sviluppa un’analisi del concetto di utopia e di comunità ? centrali nelle elaborazioni intorno a quell’anno mirabile ? e ne evidenzia le contraddizioni al fine di individuare alcune ragioni della sconfitta degli ideali e delle aspettative emerse allora.
L’ultima parte del volume comprende due capitoli sull’identità europea nei quali viene messo a fuoco il concetto di identificazione, termine scelto appositamente per le sue caratteristiche volte ad accentuare gli aspetti legati alla trasformazione del processo costitutivo del sé, il più adatto per essere utilizzato dalla ricerca storica, la quale predilige l’attenzione per gli elementi dinamici nell’interpretazione della società.
La scrittura di Passerini è distesa e scorrevole, nonostante la difficoltà e complessità delle questioni affrontate; la grande esperienza di ricerca sui temi trattati consente infatti all’autrice di attraversare bibliografie immense e dibattiti arroventati con la sicurezza di chi ormai li padroneggia e può rivisitarli con leggerezza consapevole, incorporando nomi sconosciuti e tralasciando celebrità non più necessarie.

Paola Di Cori