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Luisa Passerini – Storie d’amore e d’ euro pa, – 2008

Luisa Passerini
Napoli-Roma, l’ancora del mediterraneo, 465 pp., euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2008

Con questo libro l’a. continua il suo complesso percorso di analisi intorno alla costruzione storica dell’idea di euro pa e al nesso euro pa-amore, accentuandone il carattere di indagine sui rapporti tra costruzione delle identità politiche ed emozionalità. Lo fa attraverso alcuni studi di casi, sia storie personali che testi, che illuminano un’ euro pa degli anni ’30 dove la valenza politica del privato, nel quadro dei fascismi affermati, si fa nettamente più acuta. Non si tratta di un’analisi sistematica e strutturata lungo linee comparative, ma della narrazione puntuale di alcuni frammenti di vita e di testualità che ci restituiscono una serie di riflessioni sull’idea di euro pa che precedono la catastrofe imminente, in parte intuendone la gravità. Frammenti tenuti insieme da scambi e risonanze reciproche, oltre che dalla comune appartenenza ad un reticolo culturale di resistenza intellettuale ai fascismi che non manca peraltro di ambiguità. Dopo una densa introduzione che riprende i fili di una riflessione più che decennale affinandone le direzioni, si aprono di fronte al lettore alcuni percorsi diversi: innanzitutto quelli di alcuni maschi euro pei, appartenenti ad un milieu privilegiato e internazionale. Così Giorgio Quartara, aristocratico e massone, autore di un suggestivo dialogo insieme amoroso e politico-filosofico sugli Stati Uniti d’ euro pa, incentrato sull’idea di un rinnovamento totale del rapporto tra i sessi; o Leo Ferrero inquieto drammaturgo e amante infelice, che sviluppa da suggerimenti mazziniani l’idea di una letteratura euro pea. Entrambi guardano all’ euro peità attraverso la lente specifica dei rapporti tra i generi e della relazione amorosa. Un’operazione condivisa dall’esperienza dei «Cahiers du Sud», una rivista da cui viene lanciata l’idea di un recupero della poesia trobadorica amorosa come perno di una civiltà euro pea pronta a raccogliere le sue tradizioni di scambio con l’Africa e il Medio oriente. Con accenti diversi allo stesso tema si dedica in quegli anni Denis de Rougemont che fa del discorso amoroso il possibile centro di una rinnovata idea politica di euro pa. Sia le persone che i testi sono qui strettamente collegati ai luoghi che vivono e attraversano, che diventano protagonisti dell’incipit di ogni capitolo: sono città che risuonano profondamente di influenze esterne, come i porti di Genova e Marsiglia, o metropoli come Parigi, ma anche luoghi di fatto esterni all’ euro pa che nelle storie dei diversi personaggi contribuiscono ad illuminare lo spazio euro peo. Ciò che accomuna le diverse prospettive analizzate è infatti un’immagine di euro pa che scaturisce da contatti forti e non aggressivi con l’esterno, o con un «altro» interno a sé come l’ebraismo. Pensare forme di euro peità che superino l’ euro centrismo e il maschilismo fino ad oggi prevalente, significa anche confrontarsi, questa la sollecitazione di fondo, con esperienze individuali e operazioni culturali che già negli anni ’30 sembrano indicare la strada di una sorta di de-territorializzazione dell’ euro pa, un processo in cui l’identità del continente emerga precisamente come frutto di scambi e di influenze costanti con culture e identità ad esso esterne.

Carlotta Sorba