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L’urlo contro il regime. Gli antifascisti italiani in Tunisia tra le due guerre mondiali

Leila El Houssi
Roma, Carocci, 230 pp., € 22,00

Anno di pubblicazione: 2014

Questo libro ben strutturato e documentato, che si basa su un ampio regesto di fonti originali, combina storia politica e sociale, economica e internazionale per ricostruire le esperienze della comunità italiana in Tunisia tra le due guerre mondiali. Il suo fuoco particolare è offerto dal rapporto con le diverse fasi del regime fascista, e dalla corrispettiva formazione di un’opposizione antifascista, in dichiarata contrapposizione alla tesi finora prevalente, secondo cui la collettività italiana nel paese nordafricano fu totalmente fedele al regime di Roma.
Nel primo capitolo, si delinea una panoramica sociale, economica e istituzionale della Tunisia, sotto protettorato francese dal 1881, e si analizzano le specifiche condizioni della crescente comunità di immigrati italiani all’interno del contesto di altalenanti relazioni tra la Francia e l’Italia. Infatti, solo su questo sfondo – in cui gli italiani, vicini ai colonizzatori in quanto europei e solidali con i colonizzati in quanto non francesi, tenevano una posizione ambivalente – si possono capire le dinamiche successive al 1918, e soprattutto al 1922. La “difesa dell’italianità” – ossia della presenza italiana in terra tunisina, già minacciata dalle leggi francesi tra fine ’800 e inizio ’900 – fu manipolata dal regime fascista, fin dagli anni ’20. L’opera di fascistizzazione della comunità italiana in Tunisia era funzionale alla prospettiva geopolitica di uno spostamento del paese sotto l’influenza italiana. D’altro canto, la pretesa identificazione tra fascismo e italianità, oggetto dell’investimento propagandistico del regime, fu ben lungi dal realizzarsi compiutamente. Proprio nello scarto tra l’immagine propagandistica e la realtà sociale si incunearono progressivamente le forze avverse al regime di Mussolini.
Nei capitoli centrali del libro, le diverse componenti e i mutevoli orientamenti dell’élite liberale e delle forze socialiste e comuniste sono descritti attraverso il difficile percorso di costruzione dell’antifascismo. Una particolare attenzione è dedicata alle vicende tunisine del comunismo italiano e francese, in una prospettiva che tende a privilegiare l’autonoma risposta locale rispetto alla cogente struttura politica e organizzativa della Terza Internazionale. Nonostante la costituzione di uno schieramento antifascista unitario all’epoca del Fronte popolare e della guerra di Spagna, continuarono però a insorgere incomprensioni e contraddizioni, che emersero pienamente con il patto tra Hitler e Stalin nel 1939. Non meno cangianti e controversi furono i rapporti con il nazionalismo tunisino, oscillante tra fascismo e antifascismo. In definitiva, l’ampiezza dello sguardo di lungo periodo dell’a., la ricchezza dei materiali presentati e l’ambivalenza dei rapporti sociali e politici documentati da questo libro lasciano aperto il dubbio che l’importante, ma non lineare, contrapposizione tra fascismo e antifascismo non esaurisca del tutto il significato complesso di questa, come di altre vicende interbelliche.

Marco Bresciani