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Lutz Klinkhammer – Stragi naziste in Italia 1943-44 – 2006

Lutz Klinkhammer
Roma, Donzelli, XIV-209 pp., euro 13,50

Anno di pubblicazione: 2006

A quasi dieci anni dalla prima uscita, Stragi naziste in Italia torna con una nuova edizione che ripropone fedelmente i contenuti della prima (ormai esaurita) impreziositi da una bibliografia aggiornata e da un saggio sulla recente storiografia sulla «guerra contro i civili», così come indicato in copertina. Il saggio aggiuntivo non si esaurisce tuttavia in una panoramica sugli esiti delle nuove ricerche, ma offre spunti interessanti in merito alle spinte che hanno favorito tale fioritura di studi. Ritorna così un fattore centrale già emerso nella prima edizione, ovvero l’emergere di distorsioni nella memoria e nelle interpretazioni delle responsabilità tedesche e italiane in tempo di guerra a stimolare un nuovo filone di ricerca. Fra le tesi di fondo vi è la combinazione mortale, che contribuisce all’eccidio, fra criminalità del sistema nazista e criminalità individuale; si spiega anche così l’attenzione posta nel nuovo saggio (Il ritorno del volto degli assassini) sulla questione già presente nella prima edizione delle responsabilità individuali nei crimini commessi contro la popolazione. Tale ritorno si riferisce anche alla tardiva stagione dei processi istruiti contro i criminali nazisti operanti in Italia e alla ripercussione positiva di tale stagione nell’alimentare la storiografia sul tema. Già nella prima edizione l’autore spiega la scelta di affrontare un tema non ancora in auge a metà degli anni Novanta con la necessità di contrastare i tentativi di abbellimento della realtà, in atto in Germania e in Italia; compito dello storico è opporsi a tale orientamento, contrastando falsificazioni con la produzione di ricostruzioni fedeli ai fatti. Klinkhammer si scaglia dunque contro i falsi miti e le rimozioni esistenti nei due paesi, rivendicando analisi serie e attendibili al fine di contrastarli e di sopperire a quei vuoti di memoria che sempre meno paiono casuali. Trascurando per scelta la questione della punizione dei colpevoli (la tarda stagione di processi contro criminali nazisti, su cui l’autore torna anche nelle nuove pagine, è trattata per il ruolo decisivo che ha nell’orientare la storiografia), ma tenendo alta l’attenzione sulle politiche di rimozione della colpa, l’autore è in grado di ricostruire quanto di quelle vicende sia filtrato nella società civile, evidenziando falsi miti, amnesie eloquenti e interpretazioni ormai superate. Nonostante nell’ultimo decennio siano state colmate alcune lacune lucidamente segnalate nel 1997 da Klinkhammer, il testo originale oggi riproposto rimane di stringente attualità anche alla luce del persistere delle stesse distorsioni della memoria. A metà fra ricostruzione storica e rassegna storiografica, il libro prende spunto da alcuni eccidi commessi in Italia da tedeschi contro la popolazione civile; l’autore procede seguendo un apparato di categorie e utilizzando l’analisi di vicende drammatiche per un resoconto tuttora attuale sulla politica della memoria che le ha avvolte. Dall’analisi dettagliata di questi casi esemplari e paradigmatici, con continui rimandi a lavori di altri studiosi ad affrescare più compiutamente le tematiche affrontate, si creano le premesse per una riflessione più ampia sul carattere della violenza nazista e sulla sua specificità.

Elena Carano