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M. Elisabetta Tonizzi (a cura di) – «A Wonderful job». Genova aprile 1945: insurrezione e liberazione – 2006

M. Elisabetta Tonizzi (a cura di)
Presentazione di Raimondo Ricci, Roma, Carocci, pp. 207, euro 19,50

Anno di pubblicazione: 2006

È un volume collettaneo realizzato dall’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (ILSREC), che ripercorre il dibattito storiografico sull’insurrezione di Genova. Nei due capitoli iniziali di Tonizzi si riassume il tema principale: la lunga polemica sull’attribuzione del merito della resa tedesca tra le forze della Resistenza e la Curia arcivescovile. Negli altri capitoli viene ricostruita la fisionomia dei protagonisti e la vicenda dell’insurrezione (Guido Levi, La Resistenza; Paolo Battifora, Tedeschi e fascisti; Maurizio Fiorillo, Gli Alleati) infine un capitolo di Giovanni B. Varnier, La Chiesa genovese, che rivisita la posizione della Chiesa locale nel periodo dell’occupazione nazifascista e il ruolo del cardinale Pietro Boetto al momento dell’insurrezione e della resa tedesca. Si tratta di un lavoro molto accurato in tutte le sue parti che utilizza immagini (a cura di Buttifora e Levi) documenti e letteratura prodotta in questi sessant’anni sul filo di una polemica che ha attraversato l’opinione pubblica cittadina. Il tema è infatti di notevole importanza per la stessa identità democratica della città. L’aspetto curioso e storiograficamente intrigante della questione sta nel fatto che si tratta di una polemica postuma. I protagonisti della vicenda sembrano essere stati concordi nell’accogliere una narrazione che attribuiva alle Resistenza il merito di aver sconfitto i tedeschi costringendoli a trattare la resa. Il ruolo della Chiesa e del suo pastore sarebbe stato quello di agevolare la trattativa fornendo la garanzia di una autorevole mediazione. Il cardinale Siri, successore di Boetto, avrebbe a più riprese avanzato l’ipotesi di un protagonismo della Curia, tale da far passare in secondo piano l’impegno della Resistenza. Il libro dunque ricostruisce sia la polemica storiografica, sia le fasi della liberazione e della trattativa, osservate dai diversi punti di vista del CLN, degli Alleati, delle forze nazifasciste, della Curia. Merito principale del libro è forse quello di portare nel dibattito storiografico nazionale un aspetto di così grande rilievo locale, che però non aveva mai superato i confini di un ristretto ambito. Com’è noto e come viene ricordato, la narrazione della liberazione di Genova è conosciuta attraverso le classiche pagine della Storia della Resistenza di Roberto Battaglia, che così è stata consegnata al mito come «l’esempio dell’insurrezione perfetta». Al di là del mito, gli autori condividono il tema del primato resistenziale, e anzi ritengono di doverlo riaffermare togliendo quella patina di stantio che le narrazioni ritualizzate depositano sui momenti fondanti della vita nazionale. Forse avrebbe giovato una indagine più approfondita su quali momenti della successiva storia di Genova la memoria dell’insurrezione ha prodotto le narrazioni differenziate.

Rosario Mangiameli