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Maddalena Tirabassi (a cura di) – Itinera. Paradigmi delle migrazioni italiane – 2005

Maddalena Tirabassi (a cura di)
Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, pp. 362, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2005

Quale contributo può dare la storia dell’emigrazione italiana alla comprensione delle attuali migrazioni ?globali?? E che contributo possono dare le scienze sociali che indagano le migrazioni dei nostri giorni all’aggiornamento della storiografia sull’esodo italiano? Sono questi gli scopi di fondo che hanno animato il convegno di Torino del 2004 della Fondazione Giovanni Agnelli da cui trae origine questo libro. Fare dialogare discipline che sinora si sono quasi ignorate nello studio delle migrazioni ? la storiografia e le altre scienze sociali ? è tra gli obiettivi più apprezzabili del testo.
Alcuni tra i maggiori studiosi italiani ed esteri discutono, dunque, una serie di concetti interpretativi mutuati specialmente dallo studio del presente: transnazionalismo, diaspora, generazioni. Transnazionalismo è il concetto che riceve più consensi: presentato da sociologi ed economisti come l’aspetto più inedito delle attuali migrazioni internazionali, è ritenuto dagli storici un meccanismo classico già operante nelle migrazioni della ?prima globalizzazione? a cavallo tra XIX e XX secolo (si vedano i saggi di Cohen, Romero, Baily, Albera, Audenino, Corti, Ramirez, Franzina). Del resto, se il transnazionalismo fosse un’esclusività delle attuali migrazioni determinata dell’inedita rapidità dei mezzi di comunicazione, qual è la velocità di comunicazione che discrimina tra migrazioni transnazionali e non transnazionali, chiede ironicamente Samuel Baily? Sostanzialmente rifiutato dagli storici italiani è invece il concetto di ?diaspora? che, applicato all’estero anche alle migrazioni italiane (Cohen, Gabaccia), è sentito ancora vincolato alla sua origine biblica, l’esodo forzato degli ebrei dalla Palestina (Albera, Audenino, Corti, De Rosa). Né fu diasporica l’identità degli italiani negli Stati Uniti poiché, lungi dal perpetuare l’identità della madre patria, ben presto divenne identità ?italo-americana?, che è cosa ben diversa (Martellone). Così come non è quasi mai diasporica la letteratura italo-americana che, anche quando rievoca gli immigrati italiani, resta fedele espressione della letteratura americana (Gorlier). Problematico e diversificato tra le varie epoche e nazioni risulta il rapporto tra le generazioni di origine italiana e la loro identità, non solo perché non è spesso valida la legge di Hansen (?ciò che i figli vogliono dimenticare i nipoti desiderano ricordare?) (Sollors), non solo perché nazioni come la Francia hanno preteso l’assimilazione di tutte le generazioni lasciando poco o nessuno spazio all’integrazione della diversità (Vegliante), ma soprattutto perché troppe sono state le differenze di ceto, di origine geografica, di periodo di partenza e di arrivo perché, nella medesima destinazione, potesse formarsi un’unica identità ?italiana? (Devoto). Tuttavia, almeno negli Stati Uniti, l’inclusione ufficiale (non sempre pacifica) degli italiani nella ?razza bianca? non ha eliminato quei pregiudizi nei loro confronti che hanno contribuito a una problematica e specifica identità che li distingue dagli altri americani (Vecoli).

Sandro Rinauro