Cerca

Marcello Mustè – La storia: teoria e metodi – 2005

Marcello Mustè
Roma, Carocci, pp. 126, euro 9,00

Anno di pubblicazione: 2005

Dopo aver scritto molti saggi di storia della filosofia e importanti volumi su Omodeo, Croce, Rodano, Gioberti ? nei quali l’esame analitico delle dottrine scaturiva da interrogativi fortemente attuali ? Mustè offre ora al lettore un bel libretto arancione sulla teoria e i metodi della storia (che significherà il metro da sarta di traverso sulla copertina?). In tre capitoli di ampiezza quasi identica, l’autore espone con ordine e chiarezza le principali teorie dell’interpretazione (problema del lavoro critico sulle fonti), della spiegazione (rapporto tra fatti e spiegazioni, scienze della natura e dello spirito), della narrazione (problema della natura poetica della storia e rapporto con la finzione). Il quarto capitolo è dedicato alla memoria collettiva e all’uso pubblico della storia. Sono riassunti efficacemente gli argomenti di autori del XIX e XX secolo, tra cui B. Croce, W. Dilthey, M. Weber, K. Popper, G. Droysen, L. v. Ranke, F. Chabod, M. Bloch, J. Le Goff e altri: ne deriva un breve dizionario delle loro idee, organizzato non alfabeticamente, ma tematicamente (i quattro snodi di cui si è detto). Chi si è avventurato nelle foreste inospitali dei teorici della storia sa che la mappa offerta dall’autore non era facile da disegnare a questo livello di dettaglio. Molto riusciti sono i profili di H. White e P. Ricoeur (pp. 82-91), le cui opere sono discusse anche dagli storici, ma non da noi in Italia, dove esiste una specie di abisso tra storia e teoria della storia. Ciò è visibile anche in questo libro. Magari non lo confesserebbe mai, ma l’autore diffida degli storici (e forse della storia stessa, come cognitio confusa o ?scienza ambigua, al tempo stesso precisa e imprecisa?, p. 37). Il giudizio sul nazismo, ha scritto altrove, ?è una cosa troppo seria per essere abbandonata alle mani, inevitabilmente distaccate e ?scientifiche’, degli storici di mestiere? (sicuramente l’amico Mustè voleva scrivere ?alle menti?: il giudizio sul nazismo abbandonato alle mani fa pensare a forme non storiografiche di opposizione). Qui, con una buona dose di sadismo, prospetta l’ipotesi, considerata ?meno fantasiosa di quanto, a prima vista, si potrebbe credere?, che un dio ?abbia creato il mondo cinque minuti fa, non solo con tutti gli enti che lo popolano ma anche con tutti i ricordi e con tutte le testimonianze del passato. In un mondo creato cinque minuti fa, gli storici continuerebbero a svolgere il loro lavoro su documenti vecchi cinque minuti che si riferiscono a eventi mai accaduti?. Indifferente dinanzi al terrificante inganno divino, l’autore discute la tesi che ?non possiamo provare che i fatti di cui parliamo siano realmente accaduti, che le nostre asserzioni sul passato siano vere [?]. Se nessun fatto del passato fosse mai accaduto, la conoscenza storica rimarrebbe la stessa? (pp. 12-13). È forse per questa diffidenza che ha preferito escludere dal suo orizzonte alcune esperienze fondamentali, di storici che si sono occupati della storia e dei problemi della loro disciplina, come A. Momigliano e S. Mazzarino, L. Canfora e G. Arnaldi, B. Lepetit e G. Spiegel, G. Levi e C. Ginzburg. La mappa di Mustè, a causa di tale esclusione, risulta un po’ invecchiata e in alcuni punti inaffidabile: da aggiornare e ridisegnare nella prossima edizione.

Massimo Mastrogregori