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Marco Armiero (a cura di) – Views from the South. Environmental Stories from the Mediterranean World (19th-20th Centuries) – 2006

Marco Armiero (a cura di)
Napoli, Centro Studi per la Storia delle Società Rurali in Età Moderna e Contemp

Anno di pubblicazione: 2006

Il libro ? curato da Marco Armiero, ricercatore dell’Istituto di studi sulle Società del Mediterraneo (ISSM-CNR) ? raccoglie gli atti di un convegno, svoltosi a Napoli nel settembre 2003, il cui duplice scopo era quello di promuovere lo studio della storia ambientale nel bacino del Mediterraneo e di creare un network fra gli storici ambientali dei paesi dell’Europa del Sud.Nei quindici saggi che compongono il volume ? sostanzialmente eterogenei fra loro, ma uniti dal comune intento di dimostrare la necessità di una storia ambientale analizzata, come si legge nella quarta di copertina, da una «prospettiva meridionale» ? trovano spazio alcuni argomenti che contraddistinguono il campo d’indagine proprio della storia ambientale: l’impiego delle risorse (ben sette interventi sono dedicati, esclusivamente o in parte, alla gestione delle acque), il paesaggio (particolare attenzione è riservata alle montagne), l’energia, il rapporto fra attitudini culturali e politiche ambientali (quest’ultimo assai poco frequentato dalla storiografia italiana).Il senso di questo libro è ben esplicato dal saggio di Donald Worster ? professore all’Università del Kansas (Lawrence) e autore di importanti volumi quali Nature’s economy: a history of ecological ideas (1977), Dust bowl: the southern plains in the 1930s (1982), Rivers of empire: water, aridity and the growth of the american west (1992) ? intitolato significativamente Why we need environmental history. Worster individua quattro motivi per cui, a suo dire, la storia ambientale è una materia necessaria: perché può aiutarci a comprendere assai più profondamente le ragioni che hanno guidato la costante e progressiva crescita dei movimenti conservazionisti e ambientalisti; perché può favorire l’incontro fra l’ecologia e le altre scienze ambientali; perché può contribuire ad un’analisi maggiormente puntuale delle interazioni fra i sistemi economici e i diversi ecosistemi terrestri; perché può migliorare la cognizione che abbiamo dei luoghi in cui viviamo e, conseguentemente, esserci d’aiuto ad individuare nuovi stili di vita portatori di minori conseguenze per l’ambiente naturale. Allo stesso tempo, però, Worster è consapevole del fatto che la storia dell’ambiente attende, in larga parte, di essere scritta.Ormai dieci anni fa, in un intervento ad un convegno organizzato dalla Fondazione Feltrinelli (Per una definizione di storia dell’ambiente, riportato in Storia ambientale, una nuova frontiera storiografia, Milano, 2001), Giorgio Nebbia indicava quattordici possibili «storie ambientali»: da quella dell’ecologia a quella dell’economia ecologica passando per quelle della conservazione della natura, delle associazioni ambientaliste, delle lotte operaie per la salute, delle tecnicheecologiche, dei rapporti fra ambiente e governi. Molte di queste storie, in Italia come altrove, continuano a non essere scritte. Ben vengano, quindi, volumi come questo che provano a colmare una lacuna non secondaria nella storiografia contemporanea.

Federico Paolini