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Marco Bovolini – Fiat Lux. La cooperazione elettrica in Carnia dalla seconda guerra mondiale alla nascita dell’Enel – 2011

Marco Bovolini
Udine, Forum, 352 pp., Euro 28,00

Anno di pubblicazione: 2011

La Secab, acronimo di Società elettrica cooperativa Alto Bût di Paluzza, in provincia di Udine, è un’impresa che opera nel segmento delle utilities, e che vanta una certa rilevanza per dimensioni e fatturato, ma anche perché nel 2011 ha compiuto cento anni. Un volume di Andrea Cafarelli, I signori della luce. La cooperazione elettrica in Carnia dalle origini alle seconda guerra mondiale (Udine, Forum, 2003) ne aveva ripercorso la fase iniziale, compresa negli anni ’10, ’20 e ’30. Questo libro di Bovolini, giovane laureato in Economia e alla sua prima monografia, ne è de facto la prosecuzione, dato che tratta il periodo successivo, dal 1939 al 1963, anno in cui si ebbe il provvedimento di nazionalizzazione del settore.L’esperienza della Secab è importante soprattutto perché si tratta di uno dei rari casi di impresa italiana che opera nelle utilities in forma cooperativa. Mentre in altri paesi, come quelli scandinavi o gli Stati Uniti, l’erogazione dell’energia elettrica, come dell’acqua o del gas vede protagoniste anche le imprese cooperative – vale a dire che i soci azionisti di queste realtà sono coloro che utilizzano il servizio -, in Italia questo tipo di assetto è stato assolutamente sporadico, nonostante che il movimento cooperativo sia particolarmente robusto e organizzato.Il lavoro di Bovolini manca l’appuntamento con questo dibattito. Tutta la storiografia che di recente ha molto lavorato sulla cooperazione è clamorosamente ignorata; i lavori di Zamagni, Sapelli, Battilani, Leonardi, Cafaro, Granata, Ianes e tanti altri non vengono considerati. Conseguentemente, il volume traccia una ricostruzione che non problematizza l’aspetto di maggiore interesse. E le domande che il lettore si pone – quanti azionisti utilizzavano il servizio? preferivano che la società facesse utili o che praticasse loro basse tariffe? quale era il giudizio del resto della cooperazione friulana su questa esperienza? – restano in massima parte senza risposta. È un peccato per due motivi. Il primo è che l’a. ha fatto una ricerca sulle fonti assolutamente profonda, ad ampio raggio e dunque di prim’ordine. La seconda è che quando il volume era in uscita il dibattito politico si occupava della questione della privatizzazione dell’acqua e dei servizi tecnici a rete in genere. E in questa discussione vi era anche chi suggeriva l’opzione cooperativa, che avrebbe evitato i rincari di un servizio privato e le inefficienze di quello pubblico.Nonostante questo, la ricerca offre numerosi spunti di interesse, a partire da quelli relativi al processo di elettrificazione e innovazione nel servizio di erogazione dell’energia. Spazia sugli aspetti legislativi, sulle questioni logistiche, sulle diverse visionsche hanno caratterizzato i cda. Un capitolo interamente dedicato all’analisi statistico-quantitativa e un’appendice documentaria impreziosiscono il volume e danno ulteriormente conto di un lavoro serio e curato.

Tito Menzani