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Marco Buttino (a cura di) – In fuga. Guerre, carestie e migrazioni nel mondo contemporaneo – 2001

Marco Buttino (a cura di)
Napoli, L’ancora del Mediterraneo, pp. 328, euro 18,59

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume, che ha origine in un colloquio internazionale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e del Refugee Studies Centre di Oxford, affronta la problematica delle popolazioni espulse dalle proprie terre per motivi religiosi, etnici o sociali. Un’interminabile lista nera che comprende oggi qualcosa come cento milioni di uomini, fra eritrei, sudanesi, kosovari, nordcoreani ecc. Il fenomeno, ricordano i saggi contenuti nel volume, parte con le deportazioni di massa di armeni e greci dalla Turchia di primo Novecento ed esplode, a partire dagli agli anni trenta, con l’attacco hitleriano a ebrei e slavi e l’attacco sovietico ai contadini ?ricchi? nonché ad un intero mosaico di popoli non russi, fra cui polacchi e ucraini, ceceni e azeri. Fino alla grandi migrazioni, nel dopoguerra, di oltre 15 milioni di tedeschi, di musulmani e hindu, di ebrei e palestinesi e, recentemente, di popolazioni africane, caucasiche o ex-jugoslave.
Il fenomeno è storicamente esemplare, perché in esso si esprimono le due forze motrici della modernità europea: per un verso, il linguaggio dello Stato nazionale, monoetnico e colonialista; per altro, specie nel caso sovietico, il linguaggio della lotta di classe. Ma il tema dei popoli in fuga non può essere ricondotto soltanto a specifiche strategie politiche o alla forza coercitiva degli Stati. Resta da spiegare l’intensa partecipazione della gente a quelle catastrofi umanitarie. Con ogni evidenza, la ferocia capillare dei polacchi contro gli ucraini (e viceversa) o dei serbi contro i bosniaci indica come il fenomeno assuma, nei fatti, le forme e le ragioni di coloro che ? eserciti, bande irregolari o gente comune ? ne sono gli esecutori. Nel Punjab del 1947, quando devastano i rispettivi villaggi, musulmani e sikh stanno anche regolando antagonismi locali e personali. All’interno di logiche comunitarie specifiche. Nel Corno d’Africa, la cacciata di questa o quella minoranza significa terra disponibile per i vincitori. In Urss, la decapitazione di intere élites etniche o sociali apre, per molti altri, insperate prospettive di carriera. La violenza politica di massa ? suggerisce un volume ricco di spunti preziosi di tipo descrittivo e metodologico, e segnato da un taglio felicemente comparativo ? è il prodotto di una miscela fra strategie dall’alto e dinamiche locali.

Paolo Macry