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Marco Fincardi – Derisioni notturne. Racconti di serenate alla rovescia – 2005

Marco Fincardi
Santa Maria Capua Vetere, Edizioni Spartaco, pp. 238, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2005

?Scampanata? in italiano, come charivari, rough music o katzenmusik in altre lingue, è un termine generico che indica forme rituali di comportamento collettivo variegate nello spazio e capaci di trasformarsi nel tempo per linguaggi, strumenti, obiettivi e soprattutto significati. Ma rumoreggiare e battere pentole per protesta è un rito diffuso in Europa dal Trecento, che persiste fino all’età contemporanea.
La ricerca illustra questa trasformazione nell’Italia unita, attraverso confronti con esperienze di altri paesi e un fitto dialogo con la storiografia internazionale, per arrivare a interrogarsi sul significato del riemergere di queste forme di azione nell’Italia del ’77, o nella Spagna e nell’America latina degli ultimi anni, quando ad esempio in Argentina il cacerolazo si è sempre più intrecciato con i movimenti dei piqueteros e proteste varie. Gesti arcaici, come battere le stoviglie, sembrano dunque riemergere all’alba del XXI secolo ?come espressione di maggioranze silenziose improvvisamente datesi a un baccano incessante, rigettando le regole imposte alla società dal governo e dalla finanza internazionale?, o rifiutando l’uso strumentale del terrorismo per fini elettorali (p. 8).
Attraverso una rilettura di fonti letterarie prodotte fra Otto e Novecento (molto belle quelle di Caterina Pigorini e di Reclus Malaguti), l’autore ricostruisce una serie di episodi che videro protagoniste folle anonime impegnate, nel buio della notte, a denunciare violazioni dei costumi e delle abitudini da parte di membri della comunità locale; azioni volte a riaffermare consuetudini, censurare comportamenti, colpire trasgressioni. Le ?serenate alla rovescia? erano uno strumento funzionale al consolidamento delle comunità locali, per colpire sia diversità interne sia ostilità esterne.
La scampanata divenne espressione di una denuncia collettiva contro la rottura del ?normale ordine delle cose?, spesso attuata con forme estreme ma comunque mai estranee alla società che le esprimeva; una forma di resistenza contro trasformazioni imposte da soggetti esterni alla comunità locale, come lo Stato, i nuovi ricchi (o presunti tali), le modificazioni di regole vissute come un’infrazione di patti sociali già in vigore, scritti o non scritti. Si tratta insomma di un comportamento collettivo dai forti connotati popolari, plebei, che in quanto tale non è ?di sinistra? o ?di destra?, ma un corale gesto antico, di reazione a uno scandalo.
Anche per questo le scampanate sono state un tema a lungo ostico per gli studiosi del folklore, ignorato persino dal glorioso filone del neorealismo italiano perché ritenuto troppo distante dalle urgenze politiche e sociali del secondo dopoguerra, negli anni di crisi del mondo rurale e di industrializzazione dell’agricoltura. In realtà le scampanate non ci appaiono come un residuo preindustriale incompatibile col ‘900 dei partiti e delle manifestazioni ritualizzate, e il libro sottolinea il rilievo di un fenomeno la cui analisi rinvia al tema delle continuità e delle fratture nella storia dei comportamenti collettivi e della conflittualità sociale, delle proteste e dell’uso politico degli spazi pubblici.

Roberto Bianchi