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Marco Natalizi – Il caso ? Cerny?sevskij – 2006

Marco Natalizi
Milano, Bruno Mondadori, 104 pp., euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2006

Natalizi fa iniziare il proprio racconto dall’epilogo della vita pubblica di Nikolaj Gavrilovi ?c ?Cerny?sevskij, descrivendo la scena dell’«esecuzione civile» (si trattava di una sorta di umiliante cerimonia pubblica nella quale il condannato era esposto alla gogna e identificato come criminale di Stato), svoltasi il 19 maggio 1864, alla quale ?Cerny?sevskij era stato sottoposto dopo essere stato condannato per l’attività pubblicistica svolta durante i dibattiti che avevano accompagnato l’abolizione del servaggio, e prima di essere inviato in Siberia per scontare la condanna a sette anni di lavori forzati e all’esilio a vita. Segue la ricostruzione delle fasi giovanili della vita di ?Cerny?sevskij a Saratov, del suo trasferimento a San Pietroburgo per compiere gli studi universitari, della maturazione intellettuale, nella quale importanti punti di riferimento furono gli scritti del critico letterario Vissarion Belinskij e la filosofia materialistica di Feuerbach, e del crescente coinvolgimento nell’attività pubblicistica di due tra le riviste di maggior spicco dell’epoca, «Gli Annali della patria» e «Il Contemporaneo». Della linea editoriale di quest’ultimo egli riuscì ad assumere il controllo: l’orientamento radicale e socialista ebbe la meglio sul liberalismo moderato di collaboratori come Nikolaj Turgenev. Il ben noto percorso di ?Cerny?sevskij consente di posare lo sguardo su alcuni temi «classici » della storia intellettuale e politica russa: l’immissione nei ruoli dell’intelligencija di personalità di estrazione non nobiliare, che dal lavoro intellettuale e pubblicistico dovevano ricavare i mezzi per il proprio sostentamento; l’influenza degli orientamenti del socialismo europeo sulla formazione degli intellettuali russi e i contrasti e le divergenze nel variegato campo populista; la tormentata relazione tra liberali e radicali; le caratteristiche dell’apparato repressivo e censorio del sistema autocratico, pervasivo e vessatorio anche nelle fasi politicamente «riformatrici »; il significato storico ambivalente e contraddittorio della riforma del 1861, e la complessità delle posizioni che si manifestarono negli ambienti politici e intellettuali russi durante il varo di uno dei provvedimenti più rilevanti e ricchi di implicazioni della storia dello zarismo; il fervore dei dibattiti che vengono sviluppandosi, nei decenni centrali del XIX secolo, attorno ai temi delle caratteristiche economiche e sociali, degli elementi positivi e negativi, delle prospettive di sopravvivenza e sviluppo della comunità contadina in Russia.

Giovanna Cigliano