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Marco Severini – Notabili e funzionari. I deputati delle Marche tra crisi dello Stato liberale e regime fascista (1919-1945) – 2006

Marco Severini
Ancona, Affinità Elettive, 218 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2006

Seconda tappa di una ricerca che l’autore annuncia di voler portare a compimento con un terzo volume dedicato ai parlamentari del periodo repubblicano, questo lavoro di Severini ricalca nella sua struttura il precedente Protagonisti e controfigure (ivi, 2002) relativo all’età liberale, di cui riproduce tutti i pregi e i difetti. Troppi sono infatti i piani di ricerca che l’autore vuole tenere assieme: la storia nazionale e la storia locale, la storia elettorale e quella politica, l’attenzione alle biografie e la storia dei collegi elettorali. Alla fine a farne le spese sembra essere proprio la parte centrale del volume, quella dedicata ai profili dei deputati marchigiani eletti a partire dalle consultazioni del 1919 fino alle «elezioni» della Camera dei Fasci e delle Corporazioni del 1939, di cui si forniscono le informazioni essenziali che in parte, per scelta dell’autore, vengono esposte anche nella prima parte del volume in una sezione dove si ricostruisce il comportamento dei deputati marchigiani nelle votazioni nominali delle diverse legislature e l’attività legislativa. Questa frammentazione non giova al risultato complessivo: viene, infatti, a mancare un quadro prosopografico d’insieme, le notizie biografiche contenute nella seconda parte del volume sono di solito esposte con uno stile cronachistico senza cercare di individuare continuità/ discontinuità nei singoli percorsi individuali o mettere in rilievo i punti in comune che caratterizzano gli eletti in determinati collegi regionali. Certo, non è facile individuare con i dati che vi sono a disposizione per queste prime elezioni del dopoguerra, i bacini elettorali all’interno dei quali si consolidano alcune culture politiche che mantengono nel tempo una loro forza elettorale, tuttavia anche in questa direzione forse l’autore poteva compiere qualche ulteriore sforzo interpretativo che invece è mancato. Il declino dei notabili liberali sanzionato dalle elezioni del 1919, movimenta il quadro politico regionale portando alla ribalta nuove figure riconducibili all’area cattolica, a quella socialista e a quella repubblicana. Quest’ultima in particolare sembra dotata di un suo radicamento territoriale che produce una serie di candidature di notevole spessore, destinate a giocare un ruolo significativo anche sul piano nazionale. È il caso di Giovanni Conti al quale Severini dedica giustamente un rilievo particolare, e che forse avrebbe meritato ulteriore considerazione che invece l’autore non ha voluto negare ad un personaggio stravagante come Luigi Scarfiotti, «il deputato pilota», o alle figure minori del fascismo marchigiano. La terza parte del volume comprende una storia dei collegi elettorali e una selezione dei discorsi parlamentari.

Renato Camurri