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Marco Severini – Protagonisti e controfigure. I deputati delle Marche in età liberale (1861-1919) – 2002

Marco Severini
Ancona, Affinità Elettive, pp. 276, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2002

Con questo lavoro l’autore conclude una trilogia dedicata all’analisi del sistema politico delle Marche tra Otto e Novecento, iniziata nel 1998 con La rete dei notabili e proseguita nel 2000 con il volume Vita da deputato. Ruggero Mariotti 1853-1917.
Il libro si compone di tre parti: una storia dei diciotto collegi elettorali marchigiani dal 1861 al 1919, una serie di brevi profili di personalità della vita politica e culturale della regione (Giovanni Falleroni, Enrico Teodori, Giovanni Piccolomini, e il più noto Romolo Murri), e, da ultimo, una terza parte, molto variegata, comprendente la storia dei collegi elettorali, completa del numero degli iscritti, dei votanti e dei risultati, una selezione di discorsi parlamentari di alcuni deputati marchigiani, qualche carteggio e due elenchi, contenenti rispettivamente i nominativi di tutti i candidati che si sono presentati nei collegi regionali e di tutti gli eletti. Si tratta di materiali utili per il ricercatore, ma molto diversi tra loro che hanno reso l’assemblaggio delle tre parti non del tutto riuscito.
Dei tre capitoli il primo è senz’altro il più interessante, ma anch’esso, presenta, rispetto agli obiettivi indicati dall’autore nella premessa, alcune incongruenze. Il caso di studio esaminato prende in considerazione i 126 deputati eletti nei diciotto collegi marchigiani dal 1861 al 1919. L’autore sceglie correttamente di dividere questo periodo secondo tre scansioni cronologiche: l’età della destra storica, l’età crispina e la crisi di fine secolo, la grande guerra. Per ciascun periodo ricostruisce, collegio per collegio, le dinamiche elettorali, mettendo in rilievo l’emergere dopo l’unificazione di una nuova classe dirigente locale che in breve tempo estromise dal controllo degli spazi pubblici gli esponenti del movimento democratico e repubblicano. Il profilo delle prime deputazioni elette al parlamento nazionale, corrisponde in larga parte a quello già evidenziato per altre regioni: forte prevalenza degli esponenti del ceto agrario, scarsa presenza in aula, elevato numero dei mandati. Questo quadro non subì sostanziali modificazioni fino alle elezioni del 1974, quando si verificò un primo parziale rinnovamento della composizione del ceto parlamentare. Un turn-over che fu ancora più marcato in età crispina, con l’emergere di una forte conflittualità politica e l’avanzata dei socialisti e degli anarchici. Con l’età giolittiana la mobilità elettorale non si modificò. Le forze liberali consolidarono le loro posizioni, riuscendo a far fronte alla concorrenza dei partiti popolari e ad imporre all’attenzione del governo una vera e propria ?questione marchigiana?, con la quale chiesero forti interventi a sostegno dello sviluppo economico e sociale della regione.
Lo sviluppo delle dinamiche politiche viene ben delineato e arricchito da un’ampia galleria di personaggi di indubbio interesse. Tuttavia, contrariamente a quanto l’autore annuncia nell’Introduzione, più che un lavoro di tipo prosopografico, il volume si presenta come un classico studio di storia elettorale.

Renato Camurri