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Maria Grazia Melchionni – Europa unita, sogno dei saggi – 2001

Maria Grazia Melchionni
Venezia, Marsilio, pp. 406, euro 22,72

Anno di pubblicazione: 2001

Il libro costituisce un’utile e ampia introduzione allo studio dell’idea di Europa e di quella sfuggente categoria che, soprattutto sul piano storiografico, è l’identità europea. Si tratta di un tipo di testo che mancava in lingua italiana, che ha un dichiarato intento didattico e che proprio per questo valorizza la complessità di certi temi e del dibattito storiografico. È un pregio che vale forse la pena sottolineare, in un periodo come questo in cui la manualistica e l’editoria storiografica in genere sembrano afflitte da una sorta di ansia semplificatrice e sintetizzatrice, più piegata alle sbrigative esigenze dei ?moduli? dell’attuale assetto universitario che a fornire strumenti didattici realmente formativi.
Dopo un’introduzione sulla nascita di una ?civiltà? europea seguita alla frantumazione dell’Impero romano d’occidente e dunque sulla costruzione di un’identità distinta da quella di semplice ?territorio? dell’impero ? pur sempre divisa, come nel mito, tra Asia e Africa ? il libro ripercorre l’evoluzione dell’idea di Europa in età moderna e sottolinea l’influenza che su tale idea hanno avuto le eredità classica e giudaico-cristiana, nonché gli aspetti fisici e geografici del continente.
La parte centrale del volume è quindi dedicata all’età contemporanea, in particolare all’idea europea negli anni tra le due guerre mondiali e nel periodo della ricostruzione fino alla nascita delle prime istituzioni comunitarie negli anni cinquanta (il libro arriva alla firma dei Trattati di Roma del 1957). Anche grazie a questa visione di lungo ? lunghissimo ? periodo, il volume è ricco di spunti di riflessione. In primo luogo quella, fondamentale, sul rapporto tra l’idea di Europa unita e l’obiettivo della pace sul continente, rispetto alla divisione in entità politiche diverse vista come fonte di guerre, di distruzione di ricchezza e di sofferenze umane. Si tratta di una riflessione che proviene dall’età moderna (dall’Europa devastata dalla guerra dei trent’anni, per intenderci) e che verrà variamente ridefinita in età contemporanea in seguito all’emergere degli Stati nazionali e delle economie industriali, al cambiamento della cittadinanza e, risolutivamente, in seguito alle guerre mondiali del Novecento.
Di conseguenza, l’altro aspetto interpretativo che opportunamente il libro sottolinea non è tanto la tensione tra nazione e sovranazionalità ? che certo è al fondo della costruzione comunitaria e sulla quale molto si è scritto e si scrive ? quanto anche il rapporto tra integrazione europea e trasformazione del ruolo dello Stato nell’economia in virtù della trasformazione della questione sociale, che è poi il rapporto tra l’evoluzione della natura della democrazia in Europa e la costruzione di uno spazio istituzionale su scala regionale per il perseguimento di obiettivi nazionali di modernizzazione, di sicurezza (variamente intesa) e di consenso.
Molto attento e aderente alle fonti, sebbene non esente da una certa retorica espositiva e da giudizi di valore dai quali la storiografia dell’integrazione stenta ad emanciparsi, il volume è chiuso da una bibliografia ragionata (a cura di Maria Grazia Melchionni e Giampaolo Malgeri), suddivisa per argomenti.

Barbara Curli