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Maria Iolanda Palazzolo – I libri, il trono, l’altare. La censura nell’Italia della Restaurazione – 2003

Maria Iolanda Palazzolo
Milano, Franco Angeli, pp. 134, euro 14,50

Anno di pubblicazione: 2003

Questo volume di Maria Iolanda Palazzolo, docente di storia della stampa e dell’editoria all’Università di Pisa, si limita a raccogliere cinque saggi pubblicati tra il 2001 e il 2002 in riviste («Passato e presente», «Studi storici», «Nuova rivista di letteratura italiana») e volumi collettanei. I cinque saggi relativamente freschi di stampa sono introdotti da una smilza Prefazione che li ricuce rapidamente.
Superata la delusione di trovarsi di fronte a lavori già editi e non davanti a una nuova e ampia storia della censura nell’Italia della Restaurazione, di cui pure continua a esserci bisogno, non resta che dare conto dei lavori raccolti nel volume. I saggi spaziano dalla disamina del ripristino della censura negli Stati preunitari dopo la parentesi napoleonica (è questo il primo capitolo dal titolo: Norme e pratiche della censura nell’Italia preunitaria, nel quale viene anche tracciato un rapido bilancio della storiografia sull’argomento), al contrabbando librario nella Roma di primo ?800; dalla censura operata dai vari Stati italiani nei confronti delle opere di Sismondi o di quelle dell’abate libertino Giambattista Casti, fino alle case editrici del Canton Ticino e alla specifica produzione destinata, attraverso i canali del commercio clandestino, alla penisola italiana.
Il filo che lega i diversi saggi, tra i quali, com’è inevitabile in una raccolta di articoli che manca di un disegno unitario, si riscontrano alcune ripetizioni e che ritorna su questioni già trattate dall’autrice, è la constatazione del sostanziale ripristino delle antiche procedure della censura preventiva dopo la parentesi napoleonica che l’aveva abolita dappertutto definendo nuove politiche di controllo che si esercitavano soprattutto sugli stampatori, la circolazione libraria e i periodici, nuova bestia nera dei governi e della Chiesa in un’epoca di allargamento progressivo dell’opinione pubblica.
Palazzolo analizza gli apparati censori e le istituzioni preposte, ma appunta essenzialmente la sua attenzione sul ?sostanziale fallimento delle politiche di controllo? (p. 42), sia sul terreno della censura preventiva che su quello della circolazione libraria, e quindi sul tema della circolazione clandestina e del contrabbando di libri che attraversa in maniera particolare quattro dei cinque saggi. Fronteggiare l’aumento della produzione libraria, l’organizzazione sempre più efficiente del mercato, la capillarità della distribuzione diventa per la Chiesa di Roma e per i diversi governi restaurati della penisola italiana una sfida sempre più difficile in un contesto in cui la pratica della lettura si va sempre più diffondendo e in un quadro, quello europeo, in cui gli spazi della libertà di stampa e di opinione si allargano facendo nuovi adepti tra i vecchi e nuovi Stati nazionali man mano che ci si inoltra nel XIX secolo.

Daniela Luigia Caglioti