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Maria Rosa Cutrufelli e altre – Il Novecento delle italiane. Una storia ancora da raccontare – 2001

Maria Rosa Cutrufelli e altre
Roma, Editori Riuniti, pp. 529, euro 23,24

Anno di pubblicazione: 2001

Formatosi nel 1992 con l’obiettivo di riflettere sul rapporto tra immagine femminile e comunicazione, il gruppo di ?Controparola?, che conta oggi oltre venti componenti tra giornaliste, scrittrici e donne impegnate nel mondo della ricerca, aveva ben presto sentito l’esigenza di confrontarsi con una prospettiva di più lungo periodo e pubblicato, nel 1994, il volume Piccole italiane: un raggiro durato vent’anni (Milano, Anabasi, 1994). A cinque anni di distanza ha dato alle stampe questa corposa cronologia che ha per oggetto l’esperienza delle italiane nel Novecento, ?un secolo di conquiste faticose e di ambigua modernità? (p. XVI). ?È un libro che vuole essere, come il precedente, un manuale di consultazione ma anche un’occasione per riflettere sulla storia del nostro paese, sullo stato delle leggi che riguardano le donne, sul peso delle abitudini e del costume, sul protagonismo femminile e sull’immagine che ne hanno riflesso i media? (p. IX). Le tappe di questo percorso sono messe a confronto, in una sorta di tavola sinottica, con le tappe della ?storia? italiana del Novecento, lungo una suddivisione del secolo in cinque capitoli: Non solo suffragette (1900-1920), Piccole italiane (1922-1945), Le ragazze del dopoguerra (1946-1967), La galassia femminista (1968-1980), Uguali ma non troppo (1981-1999), nei quali il secondo cinquantennio, cui sono dedicate ben 328 pagine, gode di uno spazio assai più ampio del primo per il quale se ne contano 173. Questo a conferma dell’intenzione delle autrici di scavare al disotto della neutra cronologia per dare rilevanza agli scarti e ai nodi problematici dell’esperienza femminile. Se il regime totalitario è stato nemico delle donne, anche lo Stato democratico ha rivelato non poche contraddizioni. Dall’ottenimento del voto al riconoscimento dell’uguaglianza nella vita pubblica e privata i diritti femminili sembrano compiere un cammino costellato di successi, eppure scogli difficili da superare si ergono ovunque, anche nella stessa costituzione repubblicana: la preoccupazione di salvaguardare ?l’unità della famiglia? prevale su una vera uguaglianza tra i coniugi, la parità salariale ha molti oppositori se è giudicata demagogia anche da un sindacalista della capacità e dell’intelligenza di Giuseppe Di Vittorio; l’effettiva eguaglianza nel lavoro è impedita dalle preclusioni, dure a scomparire, all’esercizio di alcune professioni. Dopo la stagione dei movimenti giovanili e del femminismo ? l’unica rivoluzione vincente del ventesimo secolo, come l’ha definito Eric Hobsbawm, e come sottolineano le autrici ?, le trasformazioni intervenute sul piano del diritto e dei consumi (le leggi sul divorzio, sull’aborto, la diffusione delle pratiche contraccettive), il boom dell’istruzione femminile producono una forte accelerazione nel percorso di emancipazione. E tuttavia forme più sottili di discriminazione, il cosiddetto ?soffitto di cristallo?, rendono difficile il rapporto delle donne con le istituzioni e ostacolano il loro accesso ai luoghi di gestione del potere. Infine, mi sembra importante segnalare come il ricco indice dei nomi citati possa rappresentare un’interessante mappa delle italiane protagoniste del Ventesimo secolo.

Rosanna De Longis