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Maria Teresa Antonia Morelli (a cura di) – Le donne della Costituente – 2007

Maria Teresa Antonia Morelli (a cura di)
Introduzione di Cecilia Dau Novelli, Roma-Bari, Laterza, LXXXVIII-294 pp. + CD-R

Anno di pubblicazione: 2007

La serie «Voci dal Parlamento» ospita nel 60° del voto alle donne un corposo volume di documenti sulle ventuno elette alla Costituente. L’Introduzione è affidata a una delle più esperte studiose della presenza femminile in Parlamento, che ripercorre – servendosi della memorialistica e della stampa dell’epoca, nonché dei lavori «classici» di Rossi-Doria, Gaiotti de Biase, Casalini ecc. – le immagini sedimentate nella memoria collettiva, volte a legittimare l’accesso delle italiane alla cittadinanza «attiva» in termini di continuità sia con l’impegno nella Resistenza, sia con la tenuta dell’istituto familiare e dei ruoli di genere al di là delle cesure istituzionali. Da qui l’insistenza, sottolineata da Dau Novelli, sull’icona dell’elettrice-madre che si reca alle urne con i figli piccoli al seguito, nel segno di una «tradizione inventata» (ma già sperimentata nel Risorgimento) secondo cui la conquista dei diritti preludeva alla riappropriazione consapevole di un «destino» – famiglia e maternità – chiamato a concorrere dalla prima linea alla rinascita del paese. Una seconda nazionalizzazione, che l’a. colloca in ambigua continuità con quella operata per le più dal fascismo. Il percorso delle donne del PCI, le più note anche in virtù della durevole identificazione della Repubblica con le forze che dagli anni ’20 avevano agito nella clandestinità e nel fuoruscitismo, era stato diverso da quello delle democristiane, migliori rappresentanti, come la pur sintetica panoramica prosopografica ribadisce, di una generazione cresciuta sotto il regime che, ad onta della propaganda natalista, aveva studiato per molti anni e sperimentato un nubilato prolungato, preso parte alle attività della Gioventù del Littorio e al lavoro intellettuale, sociale e politico di Azione Cattolica, della FUCI e dell’Università di padre Gemelli, nonché «consumato» letture e film stranieri che suggerivano nuove identità e modalità di affermazione personale.Le costituenti formavano una élite: erano donne istruite, provenienti perlopiù dai ceti medi, il cui contributo all’antifascismo era stato – quando si era manifestato prima dell’8 settembre – assai diseguale. Le schede biografiche che anticipano i testi degli interventi in Assemblea e nella «Commissione dei 75», curati da Morelli, aprono su una storia di lungo periodo di queste carriere politiche, evolute in molti casi in una presenza pluridecennale in Parlamento, dalle quali provennero le prime voci femminili nei ruoli di governo. Di tante delle elette si attendono ricostruzioni biografiche che consentano di assumere questa piccola compagine portatrice di un elevatissimo status simbolico come osservatorio privilegiato per un’analisi a tutto tondo sul rapporto tra culture politiche femminili, appartenenze di partito e identità nazionale, e per una declinazione di genere di nodi cruciali (il dibattito sul Piano Marshall, quelli sul Mezzogiorno e sull’Europa, la questione delle autonomie regionali, le culture dell’amministrazione locale, la democratizzazione del welfare, la «riconversione» della cinematografia educativa ai nuovi valori) nella graduale costruzione della cittadinanza repubblicana.

Maria Pia Casalena