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Maria Teresa Sega (a cura di) – La scuola fa la storia. Gli archivi scolastici per la ricerca e la didattica – 2002

Maria Teresa Sega (a cura di)
Portogruaro (Ve), Nuova Dimensione-Ediciclo Editore, pp. 251, euro 12,50

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro viene pubblicato nella collana ?Materiali e strumenti? dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea e presenta gli atti di un convegno organizzato insieme alla Provincia e al Comune di Venezia nel 1999. L’opera propone più chiavi di lettura, tutte dedicate comunque al problema della documentazione scolastica e educativa. Il testo si divide in due parti, una introduttiva dedicata alle ricerche, fonti e archivi, un’altra – più corposa – a soggetti, pratiche e percorsi. L’ambito regionale interessato dai saggi pubblicati riguarda essenzialmente Veneto e Trentino.
L’operazione culturale è giocata su diversi piani, da quello storiografico e archivistico a quello didattico. Il convegno sottolinea il nesso fra memoria, conservazione e storia, chiamando in causa la scuola, cioè l’istituzione che trasmette la conoscenza storica e che invece tende a disperdere il proprio patrimonio archivistico (?una scuola smemorata?, come recita l’Introduzione di M.T. Sega) in un contesto di profonde trasformazioni istituzionali legate all’autonomia. (C. Puppini e G. Sarto). Le tre ricognizioni sugli archivi scolastici nel Trentino e a Venezia (rispettivamente di Q. Antonelli, C. Salmini e S. Barizza) danno conto dell’ampia possibilità di opportunità che queste fonti offrono, per la conoscenza delle istituzioni e delle politiche scolastiche, dei modelli organizzativi, delle pratiche educative e dei comportamenti sociali in rapporto all’educazione. L’ampia e aggiornata Introduzione di E. De Fort, dedicata agli sviluppi e tendenze della storiografia, dà una cornice di riferimento rispetto alla stratificazione di approcci e di apporti scientifici che via via si sono venuti cumulando nel secondo dopoguerra, in Italia e all’estero, e che, distaccandosi dalla tradizionale storia pedagogica o politica, hanno dato maggiore importanza alla documentazione delle istituzioni scolastiche.
La seconda parte, molto ricca, è proprio dedicata alla scoperta di questi tesori documentari nascosti, grazie anche alla passione e al coinvolgimento di insegnanti, molti dei quali legati all’Istituto storico della Resistenza di Venezia. Non si tratta soltanto di conservare emergenze archivistiche di tutto rispetto, ricche di documenti e materiali vari, utili alla costruzione di una memoria della scuola (sulla falsariga dei ?musei della scuola? esistenti in altri paesi europei, cfr. C. Zanlorenzi), né solo di preservare fonti per la futura ricerca storica, in particolare per quei soggetti che ne sono a lungo stati esclusi, donne, bambine e bambini (M. Bacchi). Gli organizzatori del convegno sottolineano anche l’importanza didattica di questi archivi, proprio per la didattica della storia (D.R. Nardelli), come attraverso l’utilizzo dei registri di classe e delle loro annotazioni (S. Zetto Cassano), le vicende scolastiche (e non solo) ricostruite da fonti archivistiche (M.G. Lazzarin sui bambini e il lavoro, A. Longo sulla scuola tecnica, A. Santagiustina e R. Vivante sulla scuola media e P. Biancardi sul fascismo), l’esperienza resistenziale (L. Finzi, G. Federici) oppure l’apporto esemplare di figure rilevanti di educatori (G. Cabinato su Mario Lodi).

Pietro Causarano