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Marilì Cammarata – La Palestina del Mandato nell’editoria italiana 1918-1939 – 2010

Marilì Cammarata
Trieste, Eut, 230 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2010

In un’avvertenza che precede il libro vero e proprio, l’a. fa presente di non essere né storica né politologa e di aver voluto fornire ai lettori uno strumento diverso dai libri di storia per scrivere e interpretare le vicende del conflitto israelo-palestinese nel loro periodo formativo, il mandato britannico (1922-1948). Questo volume non indaga le origini di quel conflitto, o i rapporti tra arabi palestinesi e il movimento sionista durante il mandato. Piuttosto, attraverso un censimento della produzione editoriale e iconografica italiana relativa alla Palestina pubblicata durante il periodo fascista, l’a. presenta una serie di temi e contenuti politici che erano ricorrenti in Italia: la Palestina come terra santa e meta di pellegrinaggi, la questione dei Luoghi Santi, la pretesa fascista di sottrarre il mandato alla Gran Bretagna e, in misura minore, il sionismo, lo sviluppo della comunità ebraica (yishuv) in Palestina e la situazione della popolazione arabo-palestinese. Attraverso questi temi l’a. mette quindi in luce l’intreccio che già allora ruotava attorno a questo paese e a questo conflitto, così come il «tormentato rapporto tra ebrei e fascismo» (p. 9). Allo stesso tempo, rileva come gran parte di questa insospettata ed ampia produzione sia rimasta su un piano analitico superficiale, rivelando più il provincialismo della produzione culturale in cui si inseriva, che non originalità o obiettività di visione (p. 13). Ugualmente, quest’ultima sembra rivelare il pregiudizio anti-ebraico di molti degli autori dell’epoca più che discutere le varie vicende storico-politiche del mandato britannico.In questa chiave va letta la bibliografia ragionata e annotata della produzione editoriale e iconografica italiana sulla Palestina mandataria durante il fascismo che costituisce il cuore di questo volume e che è preceduta da due ampi saggi introduttivi, uno per ciascuna delle due parti di cui si compone: la prima, Parole, sulla produzione editoriale in senso stretto; la seconda, Immagini, che presenta le fotografie che accompagnano i testi schedati nella prima parte, ma non solo. Parole è il frutto di una ricerca accurata sui contenuti e sugli autori dei volumi elencati e merita attenzione in quanto raccolta di recensioni, ciascuna delle quali contiene anche riferimenti a citazioni incrociate, se il testo in oggetto sia stato recensito in epoca coeva, dove e con quali esiti. Immagini è un’ampia rassegna iconografica divisa per sezioni: la Spianata del Tempio, Tel Aviv, Arabi e Beduini, etc. e presenta fotografie dell’epoca, i cui autori sono generalmente sconosciuti e che mostrano una chiave di lettura della realtà profondamente intrisa di un orientalismo (à la Said) che spesso ben accompagna l’orientalismo di molti dei testi recensiti dall’a.Si tratta di un volume che merita attenzione per il lavoro di scavo compiuto dall’a., che ha salvato dall’oblio centinaia di testi e di immagini e ne ha valutato il significato politico. Pur non accomunati da una coerenza di contenuto, questi costituiscono un corpus su cui varrebbe la pena riflettere ancora a partire dai due saggi che servono da linee guida per leggere il volume.

Marcella Simoni