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Mario Belardinelli – Il Risorgimento e la realizzazione della comunità nazionale – 2011

Mario Belardinelli
Roma, Studium, 319 pp., Euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2011

Solida sintesi che si inserisce nella nutrita produzione generata dal 150° dell’Unità, questa di Mario Belardinelli si distingue per le precise scelte di contenuti, di ascendenze e di stile. A partire dalla periodizzazione all’insegna di un ‘800 «lungo», nella quale gli antefatti tardo settecenteschi e napoleonici sono comunque rapidamente tratteggiati per dedicare maggiore spazio alla Restaurazione e alle articolazioni del movimento nazionale. Poche le partizioni interne – ridotte, nella prima parte, al nodo centrale del ’48 e alla seconda Restaurazione; alla costruzione dello Stato nazionale, alla crisi di fine secolo e allo scivolamento verso la prima guerra mondiale, nella seconda – per una lettura meditata che rinvia volentieri ai testi classici della storiografia risorgimentista (Candeloro in primis), pur tenendo conto delle acquisizioni più recenti, e dalla quale emergono vivi gli interessi e la sensibilità maturati dall’a. nel corso dei suoi lunghi studi: come l’attenzione per il filone di pensiero del cattolicesimo liberale, per la dialettica Stato-Chiesa, per le complesse sfide poste alla classe dirigente liberale. Ma anche il filo rosso di un Regno di Piemonte laboratorio per l’azione propulsiva verso la modernizzazione del paese e, soprattutto, una efficace sintesi del disegno cavouriano e delle congiunture che lo configurano via via.Scelte precise, si è detto: ve ne sono molte, più o meno esplicitate, nel volume, a partire dall’apprezzabile rilievo dato al 1830-31 come salto qualitativo nella maturazione di una strategia unitaria (p. 59); al superamento, a proposito delle dinamiche postquarantottesche, dell’ottica manualistica del «decennio di preparazione» preferendovi un saldo ancoraggio alla logica della seconda restaurazione (p. 107 ss.); sino ad un 1919 riassunto felicemente come anno «ponte» per le sorti italiane (p. 237). Più che i singoli, emergono nel complesso l’azione di gruppi, le tensioni e le distensioni tra schieramenti (con particolare attenzione e capacità di distinzione per gli orientamenti vivi nel cattolicesimo italiano) e le contraddittorie ma inequivocabili spinte verso lo sviluppo: «slancio e involuzione», appunto, titola il relativo paragrafo. Con linguaggio piano che poco concede a neologismi e stranierismi, il testo offre insomma numerose ferme prospettive, una per tutte quella che, contro la tesi della «morte della patria» per il periodo 1943-1945, difende lo sguardo «verso una rielaborazione della coscienza nazionale in chiave di comunità in cammino» (p. 239). Essenziale nei rinvii di nota, il volume affida infine a un’utile e corposa rassegna (pp. 241-309) la mappa delle questioni e degli autori rilevanti, nella quale forse avrebbero meritato un po’ più spazio le riletture del Risorgimento maturate nell’ultimo decennio.

Arianna Arisi Rota