Cerca

Mario Bendiscioli e la cultura cattolica tra le due guerre

Francesco Torchiani
presentazione di Francesco Traniello, Brescia, Morcelliana, 290 pp., € 22,00

Anno di pubblicazione: 2016

Studioso di storia, intellettuale cattolico militante, promotore di iniziative editoriali:
Mario Bendiscioli (1903-1998) rappresenta una figura rilevante nella cultura cattolica del
’900. Allo studioso bresciano, cofondatore, nel 1925, della casa editrice Morcelliana, è
dedicato l’approfondito lavoro di Francesco Torchiani che, a partire da una vasta ricerca
archivistica, mette in luce aspetti e passaggi sinora poco conosciuti non solo della personalità
di Bendiscioli, ma del dibattito culturale, religioso e politico che coinvolse la cultura
cattolica negli anni del fascismo.
Come si specifica sin dal titolo, il volume non è una biografia completa di Bendiscioli,
per quanto nelle prime cento pagine l’a. ricostruisca ampiamente il profilo della sua
attività di docente, traduttore, divulgatore. L’attenzione di Torchiani si concentra però in
modo analitico sul periodo compreso tra le due guerre, con tre affondi specifici.
In primo luogo l’a. mette a fuoco l’interpretazione che lo studioso cattolico offrì
dell’avvento al potere di Hitler e dei caratteri del nazionalsocialismo di cui Bendiscioli individuò
– tra i primi – la natura intrinsecamente religiosa (e per questo incompatibile con
il cristianesimo) nell’opera Germania religiosa nel Terzo Reich, pubblicata dalla Morcelliana
nel 1936: un libro che ricostruiva i rapporti tra Stato e Chiese nel regime hitleriano,
che Delio Cantimori definì «indispensabile a chi si occupi dei problemi del Nazionalsocialismo
e in genere della vita politica e religiosa dell’Europa contemporanea» (p. 9). Al
libro seguì il breve pamphlet Neopaganesimo razzista, pensato come appendice in calce a
un’edizione per Morcelliana dell’enciclica Mit brennnender Sorge, ma apparso poi come
testo a sé per iniziativa del sostituto della Segreteria di Stato Giovanni Battista Montini
(peraltro molto prossimo a Bendiscioli e con lui fondatore della casa editrice bresciana),
nel quale prevalse la preoccupazione di tentare di ricomporre i rapporti, sempre più tesi,
tra la Santa Sede e il governo di Hitler.
Torchiani sposta quindi la sua attenzione sugli scritti che Bendiscioli dedicò alle istituzioni
scolastiche presenti in Germania e in Urss. Appassionato di questioni educative al
punto da essere definito da don Giuseppe De Luca «mezzo professore» e «mezzo prete», lo
studioso lombardo dedicò più di una rassegna alla «nuova pedagogia nazionalsocialista» e
alle politiche scolastiche sovietiche, criticando di entrambi i modelli l’impostazione antireligiosa
e materialistica e sostenendo, soprattutto nei primi anni del secondo dopoguerra,
la necessità di una scuola democratica.
Il volume affronta infine il ruolo cruciale esercitato da Bendiscioli nella fondazione
della casa editrice Morcelliana e nella elaborazione dei successivi progetti culturali in ambito
teologico e storico. Ne emerge un quadro segnato da visioni complementari, ma non
di rado alternative, a quelle messe a punto da altri organizzatori cattolici di cultura: tra
tutti don Giuseppe De Luca e padre Agostino Gemelli il profilo dei quali risulta di riflesso
da Torchiani ulteriormente illuminato.

Lucia Ceci