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Mario Casella – Cattolici a Roma dopo l’Unità d’Italia, 1869-1900 – 2011

Mario Casella
Battipaglia, Laveglia&Carlone, 512 pp., Euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2011

La presenza dei cattolici nella storia italiana si riflette in un luogo cruciale dei rapporti tra cattolicesimo e liberalismo e delle relazioni tra Santa Sede e Regno d’Italia: Roma, capitale dello Stato unitario e centro della Chiesa universale. Si tratta di una problematica centrale della storiografia del dopoguerra, dalla quale, tuttavia, spesso non si traggono tutte le conseguenti valutazioni interpretative. Mario Casella con la sua opera ha permesso di rinnovare in modo radicale la storiografia in materia, senza mai consentire al suo rigore analitico e alla sua visione storica degli eventi di accedere agli ambiti dell’erudizione localistica, da un verso, o alla superficiale lettura politologica, dall’altro. Come è possibile rilevare scorrendo il volume che ha voluto dedicare al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, egli ricostruisce con precisione gli ambienti vaticani e l’associazionismo cattolico romano (dalla Società primaria romana per gli interessi cattolici alla Federazione piana delle società cattoliche in Roma, fino al Circolo di S. Pietro), descrivendo quel tessuto sociale necessario a comprendere le dinamiche politiche elettorali. Le figure della Roma cattolica post-unitaria che egli richiama alla nostra attenzione, da mons. Domenico Jacobini a don Romolo Murri, rinviano all’importanza del profilo biografico nella ricostruzione storica ben ponderata. Così, infine, l’articolazione del cattolicesimo nella capitale testimonia una presenza che vive di un respiro nazionale (come a proposito degli ambienti della Fuci nascente) e internazionale (come testimonia la riflessione sulla Unione antimassonica). Quest’opera completa una ricerca sul mondo cattolico romano tra ‘800 e ‘900 che nel corso del tempo ha già prodotto cinque volumi, rispondendo a un’esigenza di approfondimento di singoli momenti e situazioni per non accedere a ripetitivi (e tuttora diffusi) paradigmi interpretativi. Si tratta di una riflessione che rinvia alla grande storia e pone ancora interrogativi sul senso complessivo della presenza cattolica nei primi decenni dello Stato unitario, che la storiografia dovrebbe raccogliere, con il coraggio e con la necessaria laicità che serve a superare stereotipi riguardanti l’identità nazionale (si pensi allo studio sul dibattito sull’insegnamento religioso nelle scuole elementari). La scrittura di Casella, densa di citazioni, note bibliografiche, rinvii archivistici, appartiene a uno stile che guarda alle esigenze di comprensione del lettore e lo invita a soffermarsi sulle molteplici implicazioni degli eventi analizzati. L’approccio metodologico, talora faticoso e, contemporaneamente, attraente per lo studioso che si misura col volume, è prezioso per sostenere quelle grandi visioni d’insieme che trovano le loro ragioni nell’indagine storica. Il lavoro di Casella, dunque, per ricchezza di analisi e per proposte interpretative è uno snodo ineludibile per lo sviluppo di una nuova stagione di studi.

Andrea Ciampani