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Mario Mariani – La Croce Rossa Italiana. L’epopea di una grande istituzione – 2006

Mario Mariani
Milano, Mondadori, 434 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il dettagliato lavoro di Mariani, critico letterario e studioso di storia contemporanea, ripercorre l’intera storia della Croce Rossa italiana, comprendendo anche le vicende relative alla recente elezione del presidente, che ha posto fine a un lungo periodo di commissariamento. Il volume, strutturato in 21 capitoli, segue un filo rigidamente cronologico. La scelta di non corredare l’opera di una introduzione o di una conclusione rivela l’intenzione dell’autore di non inseguire tentativi di interpretazione o bilanci, e meno ancora di dare giudizi sull’una o l’altra fase storica dell’ente. Tra le parti più interessanti vi è senz’altro quella riguardante le vicende della Croce Rossa durante il ventennio. Analogamente a quanto sarebbe accaduto negli anni successivi alla consorella tedesca, la CRI subì un processo di asservimento al regime, specie sotto la presidenza di Filippo Cremonesi che, nel giorno dell’insediamento, dichiarò di volersi occupare di «tre grandi problemi: la natalità, la maternità e il miglioramento della razza» (p. 146). La Croce Rossa fascistizzata fu al fianco delle truppe italiane in Etiopia. Le sue infermiere «non potevano non sapere» del ricorso alle armi chimiche; l’istituzione tuttavia «scelse il silenzio, piuttosto che la denuncia: la censura sui gas, sul genocidio chimico in Etiopia fu totale», scrive Mariani citando Del Boca (p. 179). Le critiche giunte da più parti, e soprattutto dal Comitato internazionale della Croce Rossa di Ginevra, spinsero Cremonesi a difendere con veemenza il duce e la condotta italiana, disprezzando i rilievi della Croce Rossa etiopica «barbara e schiavista» (p. 181). Per scrivere questa storia Mariani si è basato su fonti edite e ufficiali. In primo luogo, le pubblicazioni periodiche che hanno accompagnato il cammino dell’istituzione, assumendo negli anni varie denominazioni. Queste riviste contengono notizie a uso interno dell’associazione, resoconti dei discorsi ufficiali, articoli sulla vita e le realizzazioni. Non vi compaiono, invece, i dibattiti interni, i processi decisionali e la genesi delle strategie, l’andamento dei rapporti con le istituzioni, le cui tracce possono essere ricercate nell’Archivio centrale della CRI di Roma. Dall’apparato delle note non è chiaro se l’autore, che pure ne ringrazia i responsabili, abbia avuto accesso a questa fonte, tanto ricca di documenti importanti quanto ancora lontana dall’essere organizzata e fruibile, nonostante gli sforzi profusi in questi ultimi anni. La bibliografia utilizzata comprende alcuni titoli disponibili sul tema, le raccolte di memorie e diari, e gli scritti dei responsabili dell’ente che ne descrivono le realizzazioni. Più volte si fa riferimento al libro di Antenore Frezza, del 1956, Storia della Croce Rossa italiana, e al volume di Chiara Staderini, La Croce Rossa italiana tra dimensione associativa e riconoscimento istituzionale. Manca invece qualsiasi riferimento ai lavori di ricerca condotti su fonti primarie, in particolare quelli di Stefania Bartoloni. Nonostante questi limiti, il contributo di Mariani rappresenta uno strumento utile per la conoscenza di un’istituzione la cui storia necessita di un ulteriore approfondimento.

Stefano Picciaredda