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Marziano Brignoli – Carlo Alberto ultimo re di Sardegna. 1798-1849 – 2007

Marziano Brignoli
Milano, FrancoAngeli, 656 pp., Euro 46,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questa biografia viene finalmente a colmare un vuoto storiografico che si protraeva da oltre mezzo secolo. Se si eccettuano la ricerca di Nada apparsa nel 1980, ma incentrata più sul sistema di governo carloalbertino che non sul personaggio, e qualche raro lavoro giornalistico, di cui solo quello di Pinto merita la lettura, bisogna risalire agli anni ’30 e ’40 del ‘900 per trovare l’ultimo studio organico e «scientifico» sul Carignano. Era quello il periodo in cui Rodolico pubblicava la trilogia su Carlo Alberto, ciclopica impresa che, nonostante le perplessità sollevate di volta in volta sulle interpretazioni, rimane a tutt’oggi un punto di partenza imprescindibile per chi voglia accostarsi alla figura dell’amletico sovrano. Poderoso lavoro di sintesi pubblicato nella collana «Ricerche e Strumenti» del comitato milanese dell’Istituto del Risorgimento italiano, l’opera di Brignoli si segnala anzitutto per il saldo impianto bibliografico e la chiarezza espositiva. Se scarsi sono i riferimenti archivistici (ma non manca qualche interessante documento inedito nel testo e in appendice), il libro è una preziosissima miniera di rimandi alla letteratura erudita di tardo ‘800 e inizio ‘900. Lavorando sulle orme dei classici (continui i riferimenti a Costa de Beauregard, a Rodolico, a Prato e a Rosselli), Brignoli realizza una biografia «classica», corretta ed equilibrata nei giudizi, che nel complesso sembra aver centrato l’obiettivo di ricostruire per fasi la vita dell’ultimo re di Sardegna, attraverso un’ottica essenzialmente politica che mette in luce i passaggi cruciali del regno, specialmente le crisi del 1821, del 1831-33 e del 1848-49. Trascurando forse un po’ troppo le tendenze riformiste, che hanno fatto parlare di un cesarismo illuminato carlalbertino (ma l’a. ne è consapevole) e insistendo sulla «vena» assolutista del sovrano, l’attenzione dello studioso è rivolta principalmente a sviscerare la politica estera e il rapporto tra Carlo Alberto e le forze reazionarie e liberali. Sono questi aspetti essenziali, certo, ma non sempre l’economia del lavoro ha mantenuto le giuste proporzioni. Se molto interessanti sono ad esempio i capitoli riguardanti Carlo Alberto principe di Carignano, con un’utile ricostruzione del quadro familiare della dinastia cadetta, o l’epilogo doloroso dell’esilio, la parte sul 1848-49, occupando quasi la metà del libro, appare eccessivamente dilatata a fronte dello spazio dato alle altre fasi di un regno durato diciotto anni. Se quello è il biennio che più ha caratterizzato l’opera del sovrano, una volta assodato che Carlo Alberto fu un pessimo comandante militare, sarebbe stato necessario semmai soffermarsi un po’ di più sugli aspetti di modifica dell’assetto istituzionale e sulla nuova dialettica politica all’interno del Regno che non nella minuta ricostruzione delle battaglie. Al di là di scelte che rimangono spesso ancorate a esigenze editoriali (impensabile oggi una biografia in tre volumi), il lavoro di Brignoli merita di essere segnalato a chi voglia avere un quadro generale chiaro su uno dei maggiori protagonisti del Risorgimento.

Pierangelo Gentile