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Massimiliano Cricco – Il petrolio dei Senussi. Stati Uniti e Gran Bretagna in Libia dall’indipendenza a Gheddafi (1949-1973) – 2002

Massimiliano Cricco
Prefazione di Ennio Di Nolfo, Firenze, Edizioni Polistampa, pp. 256, euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2002

Un libro di respiro quello che Massimiliano Cricco ha dedicato alle relazioni internazionali della Libia, dagli ultimi anni dell’occupazione militare all’indipendenza nazionale, al colpo di stato di Muammar al-Gheddafi, alle importanti vicende dei primi anni ?70. Soprattutto un libro costruito con ricerche d’archivio, come nella storia contemporanea avviene ormai sempre meno, con l’eccezione appunto di qualche buon lavoro di storia diplomatica. Una bella prefazione di Ennio Di Nolfo mette in luce le caratteristiche di questo studio, e conduce il lettore ad apprezzare l’importanza, finora trascurata, della Libia nella politica mediterranea e nel gioco diplomatico delle potenze. Il libro, imperniato sulle vicende diplomatiche, nella ricostruzione di queste perviene a tracciare una storia della Libia nel secondo dopoguerra. Questa storia assume caratteristiche che mutano rapidamente. La Libia, dapprima occasionale punto d’appoggio militare, dopo l’indipendenza viene scoperta dal Regno Unito, e soprattutto dagli Stati Uniti d’America, con Wheelus Field, come sede della base strategicamente più importante dell’intero Mediterraneo. Attraverso l’analisi di Cricco emerge la capacità di Gheddafi ? pur agendo all’inizio come capo di un paese isolato che non ha rango di potenza ? di disegnare e perseguire un ampio disegno di politica estera. Esso viene prima sviluppato con la rivendicazione nazionale ? coronata da pieno successo ? delle basi concesse al Regno Unito e agli Stati Uniti. Quindi con lo sviluppo di una politica panaraba, che si appoggia all’Egitto, avendo come referente indiretto l’Unione Sovietica. Una politica che sa muoversi bene anche su un nuovo scacchiere occidentale, che non è più solo quello anglo-americano della tradizione monarchica successiva all’indipendenza, ma anche quello francese. E in qualche misura italiano, vorrebbe aggiungere il recensore: ma questo è un discorso che si dovrà riprendere quando saranno disponibili i documenti sui sostegni al colpo di stato di Gheddafi, sugli istruttori aeronautici, sui contrastatissimi approcci petroliferi del nostro Ente Nazionale Idrocarburi (cui fanno riferimento alcune carte inglesi menzionate dall’autore).
Del petrolio libico Cricco naturalmente tratta ampiamente e con competenza, ricostruendo la graduale ma decisa politica di Gheddafi per rivendicare l’autorità del paese in tale campo, con la capacità di conseguire risultati rilevanti senza portare i rapporti con le compagnie, e soprattutto con le grandi potenze a un punto di rottura. In conclusione, un libro molto interessante e molto ben fatto. L’autore è stato researcher anche alla londinese School of Oriental and African Studies. Peccato che questo non lo abbia convinto a dismettere un costume ? caratteristico di alcuni ambienti nazionali ? che fa costruire riferimenti e bibliografie con qualche parzialità. Altrimenti avrebbe evitato, per esempio, di citare fra le fonti un libro che si è appropriato dell’intera documentazione e persino dei motti di uno dei testi non considerati. Ma questo più che un neo potrebbe forse rivelarsi un titolo di merito, da qualche punto di vista particolare.

Nico Perrone